I dieci fatti buffi della stagione 2016 - in pista -
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Ricciardo e le location su instagram
Girovagando per il profilo di Ricciardo nel corso dell'anno è stato possibile ammirare scatti rubati dal pianeta Terra oppure qui, là, ovunque per non parlare del posto più felice. Forse perchè instagram è un social che resta ancora un po' in sordina, ma è stato proprio qui che Ricciardo quest'anno è riuscito a dare il meglio di sè. Ringraziando il cielo ci ha risparmiato quella serie di pranzi della domenica, modello webstar wannabe, che molti colleghi credono di star diventando, però ci ha fatto molto ridere. Ci ha portato a pranzo con Verstappen, ha improvvisato siparietti comici indossando la maschera di Alonso e ricordiamo tutti le gare automobilistiche nel salotto di Massa con il piccolo Felipe. Tra i ricordi più divertenti, la volta in cui ha incontrato i compagni di classe di Max.
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Brasile: suit up
Lewis Hamilton, l'ultimo dei romantici. Mentre il mondo non
sapeva più cosaa fare per ammazzare la noia in un momento di attesa,
mentre la cosa più interessante che i cameraman riuscivano ad
immortalare era Felipe Massa che si mangiava un panino al salame, Lewis Hamilton
da vero show man, l'unico vero intrattenitore oggi in pista, ha deciso
di stupire tutti con il gesto più romantico che galanteria umana oggi
ricordi: mettere una giacca sulle spalle della sua ombrellina. Perchè
mentre tutti, piloti, tecnici, giornalisti e truffatori vari che si
aggiravano per la pit lane sfoggiavano almeno un paio di giacche, nonchè
di impermeabili imbarazzanti, modello sacchetto della spazzatura,
nessuno stava veramente pensando alle ombrelline che, tra l'altro, non
hanno mai lavorato più di così in un solo week end, costrette, sotto
pioggia, vento e tormenta alla loro divisa. Che poi si fa presto a
criticare, ridere ed additare il LH's life style... però nessun'altro ha
avuto la stessa premura, padri di famiglia, mariti adorati o alti
manager d'impresa.
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Messico: cambio turno in terza piazza
Dopo un concitato finale di gara, Verstappen, tra i fischi dalla platea,
parcheggiava sotto il podio e si apprestava a salire. Le cose
nell'anticamera del podio si fanno più lunghe che mai, Rosberg, tra l'altro, memore del rischio della prima curva, piuttosto che parlare con Verstappen ha preferito, addirittura Hamilton, che tuttavia era maggiormente interessato alla pace dei suoi capelli. Verstappen, in ogni caso, crede di avere la
ragione dalla sua parte. Ma è l'unico. Dal suo muretto tutto tace, a
questo punto. Il pubblico lo fischia, i media lo insultano, i ferraristi
se lo mangerebbero vivo. Poi di punto in bianco il miracolo: i
commissari decidono di sanzionare la sua condotta. Fatto più unico che
raro, che non si sarebbe mai aspettato. E ci rimane male: cinque secondi
di penalità, tanti quanti bastano per sbatterlo giù dal podio e far
salire Vettel, richiamato in grande fretta perchè corra più
veloce che fai, a piedi questa volta, verso l'obiettivo. E l'unica cosa
che mi sono chiesta io, dopo averlo visto attraversare il mondo, modello
Holly e Benji durante una delle epiche partite sull'unico campo di
calcio lungo da qua all'orizzonte, è: com'è che non ha il fiatone? Però io sono molto stupida, quindi non conto. Non so voi, ma io ho adorato quel momento. Lo scazzo per il dover scedere dal podio un secondo
prima di poterci salire è stato visibilissimo, il clima di tensione tra
tutti gli uomini a terra era divertentissimo, Vettel che ha incominciato ad avviarsi al podio scortato dagli uomini in rosso e fedelmente al fianco di Arrivabene, mentre un gruppetto di uomini Red Bull
si apprestava ad avvicinarsi anch'esso alla zona dello scontro per
portare via Verstappen, probabilmente. Ed al mondo, in quell'esatto
istante non è più fregato niente di Rosberg ed Hamilton
che si stanno contendendo il titolo mondiale, lasciati a marcire in
anticamera nell'attesa che gli altri si facessero i loro porci comodi.
Per la cronaca, della mia opinione relativa al voto di scambio fatto in Mercedes parlerò in un prossimo post, perchè qua mi sa che stiamo già andando per le lunghe. Io inneggiavo alla rissa, in realtà è stato tutto piuttosto liscio.
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Messico: la panza di Montoya
Quando si arriva a lasciare la camicia fuori dai pantaloni è davvero la
fine. Anche se il caro Giovanni Paolo è noto per non essere mai stato un
gran figurino. Tra l'altro... fatemi capire... Montoya è pure più basso
di Alonso?
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Ricciardo: salmonella in on the podium
Pare che io sia un po' sensibile a certe immagini, ma non dev'essere per forza così. Insomma, è dalla prima volta che ho visto Ricciardo bere champagne dalla sua scarpa che esprimo a parole su questo blog la sensazione dei miei conati di vomito. Da quando il fenomeno non si è più limitato solo a qualche goliardico shoey qua e là ma è diventato proprio un fenomeno di massa (non di Massa) io mi sono incominciata a preoccupare per le malattie diffuse ad ampio raggio. Ma non dev'essere per forza così, dicevo all'inizio. Può anche essere che io questa faccenda dello shoey un po' lo abbia anche apprezzato, un po' mi sia convita che sia stato uno degli elementi tipici per cui ricorderemo questo 2016, una di quelle note di colore per cui Ricciardo ha avuto modo di dare il meglio di sè, inventandosi qualcosa, arrivando con la personalità là dove non è arrivato in macchina, emergendo dal monopolio degli scazzi tra Rosberg ed Hamilton.
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Cina: Vettel e Kvyat litigano prima del podio
Vettel in partenza ha centrato Raikkonen in pieno: dal suo punto di vista la manovra gli è stata forzata dal gesto "suicida" di Kvyat,
reo di averlo superato sulla destra ed avergli stretto la traiettoia,
mandandolo al macero per fregargli la posizione. Dopo una gara passata
al recupero dell posizioni, i due si sono incontrati nella stanzetta pre
podio... Vettel ha trovato quindi l'occasione buona per mostrare buona parte di quella superbia insegnatagli dal Grande Maestro e gli si è avventato contro tentando di insegnargli a guidare. Io non boglio entrare nel merito della questione, ma Kvyat ha reagito in una maniera esemplare... gli è scoppiato a ridere in faccia.
Io lo so che è il modo giusto di reagire quando qualcuno di attacca, soprattutto quando lo fa per "arroganza", quando pretende di insegnarti a guidare dall'alto del suoi quattro titoli mondiali e gli rode che, solo perchè alla guida di una Ferrari non lo si sia lasciato passare. Come ha usato quell'umano mettersi contro di me? Non sa chi sono io? Ne sono sicura che sia il metodo giusto, perchè è quello che uso sempre anch'io. Mi viene istintivo, non troppo forzato, neanche studiato. Ed è immediata la reazione della nostra controparte: gli ribolle il sangue nelle vene. Perchè il quel momento non hanno la ragione dalla loro parte, solo l'arroganza, e vedere che non fa effetto li manda al manicomio.
Io lo so che è il modo giusto di reagire quando qualcuno di attacca, soprattutto quando lo fa per "arroganza", quando pretende di insegnarti a guidare dall'alto del suoi quattro titoli mondiali e gli rode che, solo perchè alla guida di una Ferrari non lo si sia lasciato passare. Come ha usato quell'umano mettersi contro di me? Non sa chi sono io? Ne sono sicura che sia il metodo giusto, perchè è quello che uso sempre anch'io. Mi viene istintivo, non troppo forzato, neanche studiato. Ed è immediata la reazione della nostra controparte: gli ribolle il sangue nelle vene. Perchè il quel momento non hanno la ragione dalla loro parte, solo l'arroganza, e vedere che non fa effetto li manda al manicomio.
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Bahrain: Vandorne a punto
Vandoorne è stato convocato in Bahrain
con gran urgenza giusto un paio di giorni prima della gara e gli è stata cucita addosso la tuta quando ancora si
trovava in volo. In due giorni gli hanno insegnato a guidare, gli hanno
insegnato a fermarsi alla piazzuola del pit stop senza gambizzare i
meccanici e lo hanno mandato in pista, con Alonso in cuffia a fargli da grillo parlante. E mentre Alonso si guardava la gara in TV, ed anche Button
è stato costretto allo stesso cinico destino dopo soli 7 giri in gara,
Vandoorne ha dimostrato al mondo che forse è pronto per quel
seggiolino conquistando il suo primo punticino iridato. Molto più di quanti ne avessero in quel momento storico i titolari. Alla faccia dei due vecchietti malconci.
Che poi, sia chiaro. Io ricordo anche la prima gara di Magnussen,
esordiente in Australia con un terzo posto, poi convertito in secondo,
al quale già tutti guardavano come eroe della nuova era... che dalla
seconda gara in poi ha fatto tranquillamente cambiare idea al mondo.
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Il cambio in corsa del format delle qualifiche
Alla fine hanno vinto loro. Hanno vinto loro e, già dal gran premio cinese, terzo in calendario, si sono ripresi le
vecchia qualifiche. Lo hanno proprio voluto. Di imparare ad usare il
nuovo formato non c'è stato verso. Impara ad imparare! Impara ad imparare! Io e Felipe Massa siamo i due soggetti più bistrattati del mondo: non ci ascolta più nessuno.
Il fatto è, che una volta cambiato il formato delle qualifiche, il risultato non è cambiato affatto. Le posizioni non sono state affatto invertite, non è servito a niente. Non è che per caso ci siamo trovati una Manor in top ten o una Ferrari esclusa in Q1. Per tutto il resto della stagione le Mercedes sono rimaste in pole position, le McLaren sono rimaste dietro, le Red Bull hanno spesso beffato le Ferrari... Oops! Forse erano meglio le nuove-ormai-vecchie-qualifiche?
Il fatto è, che una volta cambiato il formato delle qualifiche, il risultato non è cambiato affatto. Le posizioni non sono state affatto invertite, non è servito a niente. Non è che per caso ci siamo trovati una Manor in top ten o una Ferrari esclusa in Q1. Per tutto il resto della stagione le Mercedes sono rimaste in pole position, le McLaren sono rimaste dietro, le Red Bull hanno spesso beffato le Ferrari... Oops! Forse erano meglio le nuove-ormai-vecchie-qualifiche?
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Australia: Alonso, fatto mandare dalla mamma a prendere il latte
Ci sono almeno due cose che ripeto
dall'era dei tempi. Certe volte mi rendo conto di essere pure un po'
noiosa... ma almeno ho la prova che io, queste cose, le ho sempre dette.
1) Fernando Alonso non è in grado di fare un sorpasso. E qua inserisco a caso un saluto a Petrov, che mi sta leggendo, in italiano. 2) Fernando Alonso
ha un culo spaventoso. Intendo fortuna, non lo si legga per nessuna
ragione al mondo come un complimento, anche se di scarsa eleganza. Dico
proprio che è sempre stato molto molto fortunato. E, tanto per cambiare,
domenica scorsa ho avuto la dimostrazione di avere ragione. Perchè, lo
devo confessare, poco prima di sedermi sul divano a vedere la gara, per
caso, credo con una posata, non credo con un coltello, mi sono fatta un
taglietto al dito: ho sanguinato per 15 - 20 minuti buoni. Ho creduto
che mi dovessero amputare il dito. Fernando Alonso, ha tentato di
fare un sorpasso, non sapendo farne ha fatto un casino e... dopo tutto
quello che è successo ne è uscito con le sue gambe. E si è messo in
piedi. A camminare. Senza andare a vomitare la bile in un angolo. Senza
neanche un graffio in corpo. No, vabbè, parliamone.
A parte il dettaglio che lo sanno tutti che, dopo un trauma, di
qualunque genere e tipo (escluso giusto il mio incidente con la posata
che proveniva da destra) bisogna stare seduti, fermi, immobili, mentre
lui si è girato mezza pista a piedi... commovente (ovviamente non ci ho
creduto neanche per sbaglio) la storiellina raccontata dopo ai
microfoni: mamma guardava la TV, volevo farle capire che stavo bene. Ohhh... tenero cucciolo fatato!
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Abu Dhabi: il selfie perduto.
Nico Rosberg, più webstar che mai, ci ha abituato scattando deliziosi selfies dopo ogni podio insieme ai suoi colleghi intorno a Lui in quell'istante. Soprattutto quando la vittoria della gara è toccata ad Hamilton, il cast è sempre apparso al gran completo, con tutti i partecipanti in scena, anche se un po' di controvoglia, giusto per portare avanti quella pantomima del respect di cui tanto si è discusso negli ultimi anni. Ad Abu Dhabi qualcosa deve chiaramente essere andato storto, nel selfone finale manca Hamilton... e non so, a me questa cosa fa tanto sorridere. Io rido per poco, ma mai per niente.
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