Giornata di sole cocente in quel di Suzuka nel momento in cui tutte le vetture sono pronte a scattare dalla griglia di partenza. Gli animi sono turbati, c’è qualcosa che non va, che turba gli spettatori, che torna drammaticamente in auge in questi giorni in cui tanto si parla di reverse grid per rivitalizzare con nuovi e sfavillanti colpi di scena il pongoregolamento di quel mondo dorato che è la Formula 1.
I TOP driver della stagione sono finiti in fondo alla griglia, ognuno a scontare le proprie pene, in pole position la Toyot di Ralf Schumacher accanto alla baraonda di Jenson Button. Dietro di loro Fisichella su Renault e Klien su Toro Rosso, mentre Schumacher è in 14esima, Alonso in 16esima, Raikkonen in 17esima e lì con loro c’è anche Montoya, ma l’unica presenza che mi sento che abbia veramente la necessità di essere presentata è quella di Trulli, a bordo dell’altra Toyota, in 19esima. Perchè la sua specialità era il giro secco di qualifica. Infatti non riesce neanche a partire per il giro di ricognizione e la sua pratica viene archiviata in fretta.
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La vettura di Button fuma in maniera inquietante ma nessuno sembra farsene un problema, si colloca sulla griglia di partenza e, allo spegnimento dei semafori rossi, scatta senza alcun altra complicazione se non quella che Fisichella su Renault gli frega la posizione senza neanche capire da che parte sia passato. Partenza andata in maniera ancor peggiore per Klien che scivola fino alla sesta piazza ancor prima di aver concluso il primo giro. Significativa, di contro, la partenza di David Coulthard che, collocato dietro alla Toro Rosso del suo compagno di squadra, riesce ad insinuarsi tra le due vetture in seconda fila e puntare al top in men che non si dica. Ci potrebbe essere un sospetto di jump start ma solo perché sono maliziosa.
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Ad animare le fasi della partenza intervengono innanzitutto Sato e Barrichello, autori di una carambola fuori pista, là dove la Ferrari ha impiegato un po’ troppo entusiasmo nelle fasi di partenza, che li riporta infortunati e infelici ai box prima di raggiungere i loro amichetti in fondo allo schieramento, e Montoya, rimasto con solo metà vettura all’attivo dopo aver anch’egli carambolato contro una barriera grazie alla collaborazione di Villeneuve. A quest’ultimo inevitabilmente le cose vanno anche peggio perché è costretto a tornare a casa a piedi.
Safety car in pista.
Non mi è assolutamente chiaro come, ma Alonso riesce ad essere già in ottava posizione dietro a Schumacher. Togliere dai piedi la vettura di Montoya richiede molto più impegno di quando non fosse prevedibile in prima battuta. La SC resta in pista per sette giri prima che Barrichello decida di rientrare ai box per un pit stop estemporaneo proprio poco prima della ripresa della gara.
Una volta ritrovatosi con pista libera Ralf Schumacher sa di dover correre più veloce della Renault alle sue spalle se vuole ancora ambire a portarsi a casa la vittoria, così appare piuttosto concreta la prospettiva alle spalle di Klien che, con Schumacher e Alonso alle calcagna, vive ben pochi momenti di tranquillità.
I fratelli Schumacher dominano la scena, Ralf riesce a mantenere la testa piuttosto agilmente, mentre Michael supera la Toro Rosso senza troppa difficoltà. La stessa cosa non può essere detta di Alonso in un’epoca senza DRS. Decisamente superare la stessa Toro Rosso si rende più difficile, qualche tentativo andato a vuoto, al terzo taglia una curva, finisce fuori pista, per qualche motivo non se ne fa un problema, abbandona Klien alle sue spalle e si mette all’inseguimento di Schumacher, convinto di averne di più dalla sua parte. In un batti baleno effettivamente gli arriva in zona tubo di scarico finché non realizza che effettivamente deve restituire la posizione. Vista la lentezza nella decisione è costretto a rallentare vistosamente, accodarsi e rimettersi all’inseguimento e al sorpasso mentre Schumacher si gode la tranquillità ritrovata.
Breve momento di intrattenimento: Pizzonia a bordo della sua Williams finisce fuori pista, demolisce la vettura ed è necessario sventolare bandiere gialle per ripulire la pista. Per non sprecare l’occasione anche Sato e Trulli, come se non fossero già stati compromessi dalla vita all’inizio di questa gara, arrivano ad un contatto piuttosto violento. Questa volta la monoposto di Trulli è del tutto compromessa, c’è carbonio volante e così come è volata la vettura dopo l’urto. Tutto questo giusto per scongiurare che possa decidere di entrare in gara un’altra volta.
Rientrato l’allarme Alonso può tornare a sorpassare Klien ma ciò che ancora non è ben chiaro è il fatto che Raikkonen ha fatto in tempo a giungere minaccioso alle sue spalle.
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Ralf Schumacher anticipa vistosamente la sua prima sosta rispetto a tutti gli altri e, una volta ritrovatosi in nona posizione in mezzo al traffico anche lui probabilmente inizia ad intuirlo.
Al 16esimo giro Alonso è tornato ad un palmo di naso dalla Ferrari di Schumacher mentre Raikkonen, su McLaren alle loro spalle, fingendo di passare inosservato inizia far segnare giri veloci su giri veloci. Le tre vetture sono molto vicine l’una dall’altra, Alonso decisamente molto vicino alla Ferrari, Raikkonen saggiamente lascia qualche decimo in più di distanza dai due giusto per non finire nella mischia e guardarla da lontano. Questa faccenda per la quale per aprire le danze debba essere Alonso a prender l’iniziativa e compiere il primo sorpasso i effetti smorza un po’ il ritmo della battaglia perché per quante finte possa decidere di fare pare evidente che Schumacher abbia quel filo di esperienza in più per parare i colpi anche dove la sua vettura non arriva.
Quando finalmente Fernando riesce a compiere l’impresa è tempo di pit stop e tutto questo pare essere una beffa. Così mentre lui torna a pascolare in decima piazza, Raikkonen si può mettere anch’egli all’inseguimento del tedesco.
Visto che questa sembra una gara a chi perde prima la possibilità di stare in una posizione decente fino alla fine della gara, Button abbandona la probabilità di salire sul podio nel momento in cui porta a casa il pit più lungo della storia, andando così a perdere la scia su Fisichella e costringendosi a tornare alle spalle di Ralf Schumacher che in fatto di brutte strategie in pista pareva un candidato piuttosto forte.
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Esaurito il primo valzer dei pit stop Fisichella ha conquistato la testa della gara mentre Alonso ha perso totalmente dal proprio mirino i due amici/nemici, davanti a sé di almeno un paio di posizioni con l’evidenza che Raikkonen gli ha portato a casa un undercut grande come il suo ego.
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La Toyota intende stupire tutti con effetti speciali, più o meno negli stessi giri in cui tutti gli altri hanno portato a casa il loro primo pit Ralf Schumacher rientra per un secondo, velocissimo, estemporaneo rifornimento. Ho come il sentore che questa strategia a tre soste per ora non abbia pagato neanche per sbaglio, ma vediamo di non distrarci con inutili futilità.
Mancano 23 giri alla conclusione e Kimi Raikkonen senza pensarci troppo su ha sorpassato Schumacher e si è dato alla fuga. Alonso, a questo punto alle spalle del tedesco, non vuole essere da meno. Ha già fatto vedere prima di essere in grado di portare a casa questo sorpasso e non gli serve altro che fare un bel copia – incolla, anche se è tutto più difficile che mai. Raikkonen è una scheggia, ritrovatosi con pista libera guadagna più di due secondi su Schumacher solo nel primo giro.
La gara del tedesco no può che essere in difesa, deve cercare di perdere il meno possibile mentre le sue aspettative iridate vengono congelate in attesa di epoche migliori (che per la cronaca non arriveranno mai, ma questo ce lo diciamo tra di noi per non rovinare la festa a nessuno).
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Kimi a questo punto della gara ha perso ogni inibizione. Se non è stato in grado di fermarlo quel sette volte campione del mondo di Schumacher, figuriamoci se può farlo quell’abbozzo di griglia di partenza invertita che si trova ora davanti a sé. Il primo ad entrare nel suo mirino è Mark Webber. Le due Renault portano incredibilmente a casa una strategia analoga, si fermano ad un paio di giri di distanza l’una dall’altra senza considerare il fatto che una dovrebbe poter salvaguardare la prima posizione e per l’altro sarebbe cosa buona non doversi impegnare nuovamente in sorpassi complicati.
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Button e Webber si fermano contemporaneamente, ma la Baraonda fornisce un altro pessimo servizio al proprio pilota rimandandolo in pista troppo tardi rispetto al suo rivale e andando così a perdere la posizione a soli 10 giri dalla conclusione, finendo addirittura alle spalle di Alonso e scendendo così definitivamente dal podio.
Nel caso ve lo steste domandando, è proprio in questa fase che Ralf Schumacher torna ai box per la sua terza sosta finendo addirittura alle spalle di suo fratello.
Ad otto giri dalla conclusione l’ultimo a rientrare per un pit rapido, veloce ed indolore è Kimi Raikkonen, un pit che lo riporta in pista in seconda posizione alle spalle di Fisichella al quale possono ufficialmente incominciare a tremare le ginocchia.
Tutto questo ha come un gusto di già visto. I tempi di quel maledetto gran premio del Brasile però iniziano ad essere discretamente lontani, Kimi può permettere ad un Fisichella qualunque di portarsi a casa la sua vittoria in questo modo un’altra volta? I tempi di Kimi puntano decisamente a suo favore, l’unica incognita è rappresentata dai giri ancora a disposizione per riavvicinarsi e compiere il sorpasso, oltre ovviamente ai doppiati che potrebbero incontrare sul loro percorso.
A tre giri dalla conclusione la distanza tra le due vetture è scesa a mezzo secondo, tutto questo mentre quel maledetto Alonso pretendeva che completare un sorpasso ai danni della Williams di Webber con la sua Renault fosse una grande impresa.
E sorpasso fu.
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Ad un solo giro dalla conclusione è bastato chiudere gli occhi, premere il pedale e confidare nel miracolo. E miracolo fu- Una vittoria conquistata partendo addirittura dalla 17esima posizione.
Apprezzabile anche la lotta tra Toyota e Baraonda per aggiudicarsi il titolo del team che più di altri è sembrato essere in grado di bruciare completamente ogni singola possibilità di concludere decentemente la gara. Da un lato Ralf Schumacher (che ha concluso in ottava posizione) su una deleteria strategia a tre soste che doveva e poteva essere evitata anche solo constatando che erano gli unici in pista ad averla adottata, dall’altro Jenson Button, quintolo, amareggiato e deluso, dopo un esecuzione non impeccabile di due soste su due. Competitori fuori gara le due Ferrari, rispettivamente in settima e dodicesima posizione.
Bella gara, anche se sono un po' dispiaciuta per Fisichella, che se l'è fatta quasi tutta in testa. XD
RispondiEliminaPS. Quelle di Coulthard e Klien, comunque, erano Redbull. ;-)
si vede che ho imparato da Mazzoni, guardo il colore della macchina e tiro a indovinare... come dici? Nel 2005 la Toro Rosso ancora non esisteva? Tiro ad indovinare e prevedo il futuro! :)
EliminaNo, la Toro Rosso è entrata proprio l'anno dopo. :D
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