domenica 7 giugno 2020

Stati Uniti 2004 – Gara

Indianapolis, anno del signore 2004.
Le BAR Honda (da ora in poi baraonda) di Sato e Button fanno buona mostra di sé in seconda fila, proprio dietro alle due Ferrari di Barrichello e Schumacher. Barrichello con spirito di iniziativa ha conquistato la pole position del gran premio, mentre le due Williams di Montoya e Ralf Schumacher chiudono il gruppo di testa dalla terza fila. E’ già stato detto che dopo il passaggio di Ralf Schumacher la Williams è andata in malora?
BAR MSC SAT BUT
I colpi di scena non tardano ad arrivare. Ancor prima del giro di ricognizione vediamo i meccanici della Williams circondare sospetti la vettura di Montoya. Mentre tutti gli altri si preparano al lancio, vediamo Montoya saltare d’impeto fuori dalla sua e iniziare a correre con un agilità tale da lasciarci tutti commossi. Montoya corre, salta barriere e lunghe falcate raggiunge il proprio box. Le vetture in pista ignorano la sua sorte, partono per il giro di ricognizione come se nulla fosse accaduto, come se non ci fosse un giovane pilota sudamericano che sfreccia in pit lane. Chi è costretto ad incrociare la vettura abbandonata in pista senza troppo garbo ed educazione semplicemente gli gira intorno e ben presto questa viene portata via a braccia.
Quando finalmente Montoya riesce a raggiungere il proprio box tutti gli altri piloti sono già a metà del proprio giro, nessuno rallenta cercando di fargli un favore ma gli uomini Williams non si danno per vinti: ai box c’è un’altra vettura di riserva pronta per essere impiegata, già sistemata per lui e pronta a partire dalla pit lane insieme a tutti gli altri.
74 giri alla bandiera a scacchi e ai box Ferrari c’è scetticismo nell’aria.
Allo spegnersi dei semafori rossi Barrichello riesce a mantenere con dignità la propria posizione. Schumacher non gli da filo da torcere più di tanto, accoda e funge da barriera contro l’agguato di quelli dietro. Il vero problema inevitabilmente non sono le due baraonda ma la Renault di Alonso che, pur partendo dalla nona piazza, sfila senza problemi Sato e Button e per poco non si prende anche la seconda posizione. Il povero Sato, in realtà, ci ha pure provato a dare battaglia a Schumacher, ma come poteva pretendere?
Il vero problema in realtà è un altro: alla prima curva super accozzaglie nelle retrovie. Massa e Klien finiscono al contatto, portano qualcun altro con sé e obbligano la SC ad entrare in pista per andare a recuperare tutta questa gente con la gru e riportarli a casa senza cena. Tra i coinvolti: Pantano, Bruni e Da Matta che entra ed esce dai box come se guadagnasse 20.000 mila lire per ogni passaggio dal via e ha bisogno di qualche momento in più per capire se si vuole ritirare o meno.
BAR MSC ALO SAT
Sepur in quel mezzo giro che ha avuto a sua disposizione prima dell’arrivo della safety car, Button è riuscito a perdere la posizione anche nei confronti di Raikkonen.
Al quinto giro finalmente le cose iniziano a farsi serie: la SC rientra e Schumacher pare pronto a dar battaglia al proprio compagno di squadra per la prima posizione. Lo mette nel mirino ancor prima di veder sparire la SC all’orizzonte e il povero Barrichello, davanti a tanta arroganza, è costretto a cedere il passo. Tutto questo mentre Alonso alle loro spalle si gode la scena probabilmente sperando che finiscano per farsi fuori a vicenda per vincere la gara senza neanche essere costretto a compiere un sorpasso.
Karma.
La gara non sembra essere destinata a procedere serenamente molto a lungo. Ancor prima di giungere al decimo giro ad Alonso esplode un pneumatico, perde il controllo della vettura e finisce violentemente fuori strada andando ad impattare violentemente contro tutto ciò che ha modo di incontrare sul proprio percorso mentre Briatore sbatte i pugni sul tavolo come un Toto Wolff qualsiasi. Non pare felice dell’accaduto ed ancor più incredulo è Alonso nel momento in cui scende dalla vettura, si tiene le reni come se dovesse andare al bagno e va a controllare cosa ci sia che non va al posteriore.
L’ho detto che questa gara sembra destinata a non poter andare liscia e tranquilla? Tutto questo perché neanche un giro dopo un incidente analogo colpisce Ralf Schumacher, perde il controllo della sua Williams, rimbalza in pista e colpisce a più riprese le barriere. La vettura ammaccata e ferita si blocca a metà del rettilineo dei box, fortunatamente chi lo segue riesce a scansarlo per tempo ma il pilota non esce dall’abitacolo di propria iniziativa. SC in pista e auto medica per capire cosa ne è del giovane Schumacher. Qualcuno si lancia in pit lane, le due Ferrari vengono convocate contemporaneamente, Barrichello è inevitabilmente costretto ad accodarsi, aspettare il proprio turno per il pit stop e il proprio turno per immettersi in pit lane e perde molte posizioni.
Nel frattempo la pista si affolla di medici, ambulanza, marshall che ripuliscono la traiettoria dai detriti per non parlare dei vigili che fanno cenno ai piloti sulla traiettoria da seguire. La regia internazionale indugia sulla vettura all’interno dell’abitacolo di Schumacher per cogliere il momento in cui passando davanti al luogo dell’incidente si volta a guardare il fratello.
MSC SAT BUT MON
Tutto bene quel che finisce bene ma, con il senno del poi, non capisco come non si possa essere preferito interrompere la gara per il tempo necessario a compiere con calma tutte le operazioni necessarie, piuttosto che portare a casa almeno 10 giri di Safety Car, costringendo tutti i piloti coinvolti a fare lo slalom tra i soccorritori, i soccorritori a fare attenzione alle proprie mosse in ogni momento e il pubblico a casa a seguire passivamente tutto quello che non stava accadendo in pista.
Quando finalmente abbiamo incominciato tutti quanti a vedere un filo di luce in fondo al tunnel, quando l’ambulanza era già sfilata via con tutta la sua scorta, quando dopo 20 giri di gara ci siamo resi conto che l’unica cosa che aveva avuto modo di accadere era l’incidente di Alonso, peraltro finito nel dimenticatoio visto tutto quello che è successo dopo, ecco, solo in quel momento Da Matta prende la decisione tanto ambita e si ritira. Abbandonando il veicolo a bordo pista.
MSC SAT BUT MON
Giunti al 20esimo giro tra le varie cose che sono passate inosservate c’è il fatto che Montoya è riuscito, in un modo o in un altro, a tornare nelle posizioni di testa. Certamente, quale nota a proprio sfavore c’è il fatto che lui, così come Button e Sato, ancora non ha portato a casa il proprio primo pit. Barrichello è dietro a Raikkonen in sesta piazza. Incredibilmente le baraonda sembrano riuscire a tenere ilpasso di Schumacher molto più facilmente si quanto non riesca a fare con loro Montoya.
Il loro destino è comunque destinato ad andare a riallinearsi dopo il primo pit stop. Da prima finiscono nelle retrovie, poi Button torna al box con la coda tra le gambe per ritirarsi senza possibilità d’appello. A Sato il solo ingrato compito di poter continuare a lottare contro i mulini a vento, mentre la testa della gara finisce per mutare inevitabilmente.
Là dove Montoya ovviamente gongolava ancor in attesa del proprio pit. MSC BAR TRU PAN
Dopo il primo giro di valzer dei pit stop, quando qualcuno ha già fatto in tempo a portarsene a casa almeno due, finalmente anche Montoya rientra ai box scivola fino alla sesta posizione… ma per uno che ha rischiato seriamente di non partire neanche credo non sia un grosso problema.
Al 40esimo giro Schumacher tenta il colpaccio su se stesso. O qualcosa di questo genere credo. Rientra per il proprio secondo pit, anticipa visibilmente la strategia di tutti gli altri in pista. Tutti quelli che non hanno ancora avuto problemi fino a questo momento, ovviamente. Rientra in terza posizione e lì è costretto a fermarsi e assistere alla scena, forse sperando di non perdere troppo tempo alle spalle di Trulli.
Nel frattempo Sato non ci sta: non intende fermarsi nelle retrovie e incomincia a sorpassare tutti, qualcuno più civilmente, qualcun altro con un po’ più di stizza, altri proprio prendendoli a ruotate. Arriva così fino alla quarta piazza dopo aver passato anche Panis, quindi viene richiamato al box per il proprio pit e torna al punto di partenza. Molto bene.
Con il via alle danze dato da Schumacher uno alla volta iniziano tutti a rientrare, le carte in tavola si muovono alla velocità della luce e ci sarebbe da domandarsi se Barrichello sia intenzionato a rientrare anche lui, prima o dopo, o se spera di portare a casa altri 25 giri senza doverla dare vinta al proprio compagno di squadra.
Ovviamente non può andare così. Il pit arriva e Schumacher passa avanti senza neanche troppa difficoltà. La distanza è minima e, a conti fatti, Schumacher ha già percorso molti giri con le ultime gomme che gli sono state montate. Barrichello sembra davvero avere una marcia in più. Quel poco di distanza che li separa al momento dell’uscita dalla pit lane viene azzerato in men che non si dica da un Rubers Barrichello evidentemente giunto a quel punto della carriera in cui ne ha le tasche piene. Si lancia in un tentativo di sorpasso molto aggressivo mentre i meccanici Ferrari si mettono le mani tra i capelli.
MSC BAR MON TRU
 Ross Brawn non ha alcuna banana da mangiare quest’oggi.
Quando mancano 15 giri alla conclusione il colpo di scena tra i colpi di scena. A quanto pare i piani alti si sono resi conto della presenza di Montoya in pista e hanno stabilito che non è mai opportuno muoversi contro il destino. Con un tempismo che appare ancora oggi quantomeno surreale viene esposta nei suoi confronti una bella bandiera nera: squalifica dalla gara che sta ormai giungendo al termine per aver abbandonato la pista prima del giro di ricognizione. Il che ovviamente mi fa tornare in mente l’espressione sui volti al box Ferrari e mi fa intuire che ci sia qualcuno che ha spinto verso questa decisione, ma solo perché sono una persona brutta e cattiva.
In tutto questo scenario, Schumacher sta continuando ad andare a vincere la gara, a Barrichello devono aver letto in team radio le clausole scritte in piccolo in calce al contratto tanto da essersi assestato ad un secondo di distacco e aver mollato la presa e, dietro di loro, Trulli su Renault e Sato su Baraonda si sferrano i colpi finali per stabilire tra di loro chi deve avere la possibilità di salire sul podio.
MSC BAR TRU SAT
Tra i due Trulli è quello che ha più da perdere, quello maggiormente sotto pressione, quello che fa più errori. Mentre Webber prende fuoco, Sato sorpassa in maniera aggressiva, ma sorpassa, tutti e due finiscono per violette, i meccanici baraonda si preoccupano, escono dal box temendo di dover fare un pit estemporaneo, ma tutto va come deve andare, pronto a portarsi a casa il primo (e ultimo) podio in Formula 1.
Tra un incidente, un incendio e un’espulsione a dieci giri dalla conclusione in pista sono sopravvissuti solo 9 piloti.
MSC BAR SAT TRU

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