In questo pazzo pazzo mondo della Formula 1 non
ci sono più certezze. Non ci sono i vecchi cari punti fermi sui quali poter
sempre contare. Non funziona più come qualche anno fa quando bastava
tifare ferrari e potevi farlo per tutta la vita. Qui le carte in tavola
cambiano con tanta frequenza da far paura. Intendiamoci: ci sono pur
sempre gli irriducibili che amano e continueranno sempre ad amare la
ferrari come se non fosse altro al mondo, perdonando ogni errore e
giustificando ogni scelta. L'amore è cieco... ma ci si può svegliare. Si
può, per dire, aprire gli occhi, guardarsi intorno, e scoprire che c'è
qualcos'altro oltre alla voglia di combattere per la quinta piazza. Con
questo post voglio proporre - in onore della quinta piazza di Alonso - cinque alternative a tutti quelli che si
affacciano oggi a questo sport e non sanno bene da che parte tiri il
vento o a quelli che, dopo anni ed anni di fedeltà sentono nelle proprie
viscere un moto di anarchia.
L.H. - nome in codice "SGRUNT" |
Hamilton non è di certo conosciuto per la sua calma e la sua pacatezza: da un lato è questo aspetto "umano" e focoso che piace ed intriga, dall'altro lascia indifferenti come una testa calda qualsiasi. Molti errori "storici" fatti in pista sono stati causati dall'agitazione... ed è ancora questo, a tanti anni di distanza, che lo caratterizza e lo segna ancora. Si ricordano ancora gli ultimi gran premi del 2007 e del 2008. Si ricordano le numerose spanciate in Pippo Massa nel 2011. No, di certo non è noto per lo stile pulito e tecnico di guida, non sarà certo uno di quelli che fa le curve con il compasso, ma è uno di quelli che vince. Vince o fa incidenti. Le vie di mezzo non sono contemplate.
Dopo molti anni di prestazioni deludenti e di litigate furiose con tutti i compagni di squadra avuti sino a questo momento, quest'anno si ritorva, ancora a litigare con il suo compagno di squadra, ma ad avere la possibilità seriamente di portarsi a casa il titolo mondiale. Dalla sua parte: la vettura migliore sul tracciato. A suo sfavore: una sfiga nera. Dalla sua parte: l'ultima gara con assegnazione di doppio punteggio che può salvare il salvabile. A suo sfavore: la mancanza di sangue freddo nelle occasioni in cui è necessario. Soprattutto all'ultima gara.
N.R. accompagna il nonno al parco |
2. Nico Rosberg. Figlio del circus, figlio di un già campione del
mondo che, a dirla tutta, non è che abbia lasciato il segno e di cui, se
oggi non ci fosse il pargolo in pista, non ci ricorderemmo neanche. Ha
sempre dimostrato di saperci fare ma non si è mai trovato nella giusta
posizione per crederci veramente. Sono passati i deludenti giorni della
Williams e sono arrivati quelli della Mercedes. Dopo anni passati alle
calcagna di quel vecchio zoppo dello Zio Mickey, sul quale oggi non si
può neanche più scherzare viste le condizioni, finalmente ha avuto modo
di aspirare ad essere prima guida del team... ma gli è andata male.
Perchè al posto dello zio Mickey hanno preso Hamilton, di cui sopra. Ora
finalmente ha una macchina sotto al sedere per cui vale la pena
giungere fino in fondo alla gara, ammesso e non concesso che la macchina
ci arrivi veramente, il problema è che la stessa macchina la ha anche
Hamilton. Lui un mondiale non lo ha mai vinto: è forse giunto il momento
giusto? A suo favore l'essere uno di quei volti puliti per cui vale la
pena tifare, senza rischiare di vederlo correre per i box intenzionato a
spaccare la faccia a qualuno o a darsi del cretino con qualcun altro
perchè non gli ha lasciato strada al momento opportuno. Ogni riferimento
a cose o persone è puramente casuale.
3. Daniel Ricciardo. Ultimo degli astri nascenti, ha già fatto
colpo in molti dei cuoricini appassionati del genere. I numeri parlano
chiaro: ha preso il posto di Webber ed è andato meglio di lui. E' andato
megli persino del quattrovoltecampionedelmondo suo compagno di squadra
ed è l'unico pilota non Mercedes ad essersi aggiudicato il gradino più
alto del podio quest'anno. E non una volta, così, di culo. Siamo già atre ...mentre il compagno di squadra è ancora non se ne riesce a capacitare.
Dalla sua parte questa volontà di voler sembrare il simpaticone, il vicino di casa perfetto, l'amicone di tutti e di tutte. A suo sfavore: questa volontà di voler sembrare il simpaticone, il vicino di casa perfetto, l'amicone di tutti e di tutte. Perchè io detesto i simpaticoni. Hanno proprio nel DNA qualcosa che mi turba e che non mi fanno sentire a mio agio. In ogni caso, ad oggi, tutti lo amano: come può essere diversamente? E' il nuovo che avanza, è un volto pulito, corretto, educato... ed ha anche origini italiane! Che è così chic.
4. Kimi Raikkonen. Il campione perfetto per quelli che non si arrendono mai. La sua intera carriera è stata contrassegnata da un solo elemento: la sfortuna! Ne ha avuta tanta, ma tanta, ma tanta che, ripartendola per benino, probabilmente ce ne sarebbe stata abbastanza per un intero villaggio.
Dalla sua ha sempre avuto l'aspetto di quelli che, per faccende del genere, se la prendono. Non è che si lasciano sfilare tutto sopra la testa come se niente fosse. Se la prendono e si offendono parecchio: ma non si arrendono. Ci provano e ci riprovano fin quando la vettura che portano sotto il sedere non la smette di frandumarsi miseramente od ogni singola gara. Regalati, pertanto, almeno un paio di mondiali all'amico\nemico di tutta la vita, Fernando Alonso, qui il riassunto della vicenda, fece giusto in tempo a lasciargli il proprio cadreghino in McLaren per conquistarselo lui stesso un bel titolozzo da appendere al muro, a suo danno, tra l'altro. Abbandonò il dorato mondo della Formula 1 per fare in modo che, ancora una volta, Alonso gli fregasse il posto ma con una promessa: ritornerò! Nessuno osò credergli: in quanti erano riusciti veramente a rientrare in Formula 1? E quanti con successo? Lui ci credette: ed andò bene. Mai bene quanto un titolo mondiale può far andare bene ma abbastanza bene da farsi pretendere indietro dalla Ferrari... disposta anche a pagare discrete cifrette per poterlo vestire nuovamente di rosso. Questo è l'epilogo della missione Revenge: iniziata nei due anni lontano dai riflettori in compagnia della sua guida spirituale, e capitolata ora. Ora che può sputare nei serbatoi della Ferrari ed aspettare che coli a picco, fallendo gara dopo gara, sotto il suo sguardo soddisfatto ed apagato.
5. Vettel. Il pilota adatto per ogni inguaribile romantico. Quelli certi, sempre e comunque che il meglio debba ancora arrivare e che la vita può tornare a sorridere anche per chi adesso, alla soglia dei 27 anni, si lascia crescere la barba di una settimana perchè già eccessivamente disturbato dalla presenza di giovani e giovinastri che ripetutamente pretendono di mettere le mani su ciò che era tuo. Mettiamola così: quattro titoli mondiali non si vincono per pura fortuna. Magari un paio sparsi qua e la... ma quattro di fila?! Ci sarà sempre chi non vorrà vedere in quello che ha compiuto una sorta di impresa epica, ci sarà sempre chi sosterrà che quei quattro titoli sarebbero stati meglio in testa a Tizio, a Caio o a Sempronio. La verità è una: a Vettel non piace sembrare simpatico. Il problema è che lo è, qui per capire cosa intendo, ma non ci tiene a farlo sapere. Finisce quindi spesso e volentieri per non creare particolare empatia e voglia di tifare per lui. Chi però apprezza andare a cercare cosa c'è sotto, invece che fermarsi a guardare in superficie, ed ulteriormente riconosce le sue abitità e ritiene che possano tornare a farsi valere, magari una volta che verrà archiviata per sempre la vettura di Webber, chissà per quale motivo ancora in circolazione, ecco, può tifare per Vettel: il pilota senza fronzoli per la testa, discepolo del migliore in piazza degli ultimi tempi, già stato in grado di fare il proprio mestiere con sufficiente lucidità e freddezza quando il gioco vale la candela.
D.R. simpaticisssssimo |
Dalla sua parte questa volontà di voler sembrare il simpaticone, il vicino di casa perfetto, l'amicone di tutti e di tutte. A suo sfavore: questa volontà di voler sembrare il simpaticone, il vicino di casa perfetto, l'amicone di tutti e di tutte. Perchè io detesto i simpaticoni. Hanno proprio nel DNA qualcosa che mi turba e che non mi fanno sentire a mio agio. In ogni caso, ad oggi, tutti lo amano: come può essere diversamente? E' il nuovo che avanza, è un volto pulito, corretto, educato... ed ha anche origini italiane! Che è così chic.
4. Kimi Raikkonen. Il campione perfetto per quelli che non si arrendono mai. La sua intera carriera è stata contrassegnata da un solo elemento: la sfortuna! Ne ha avuta tanta, ma tanta, ma tanta che, ripartendola per benino, probabilmente ce ne sarebbe stata abbastanza per un intero villaggio.
K.R. chiaramente impegnato a sabotare la vettura |
5. Vettel. Il pilota adatto per ogni inguaribile romantico. Quelli certi, sempre e comunque che il meglio debba ancora arrivare e che la vita può tornare a sorridere anche per chi adesso, alla soglia dei 27 anni, si lascia crescere la barba di una settimana perchè già eccessivamente disturbato dalla presenza di giovani e giovinastri che ripetutamente pretendono di mettere le mani su ciò che era tuo. Mettiamola così: quattro titoli mondiali non si vincono per pura fortuna. Magari un paio sparsi qua e la... ma quattro di fila?! Ci sarà sempre chi non vorrà vedere in quello che ha compiuto una sorta di impresa epica, ci sarà sempre chi sosterrà che quei quattro titoli sarebbero stati meglio in testa a Tizio, a Caio o a Sempronio. La verità è una: a Vettel non piace sembrare simpatico. Il problema è che lo è, qui per capire cosa intendo, ma non ci tiene a farlo sapere. Finisce quindi spesso e volentieri per non creare particolare empatia e voglia di tifare per lui. Chi però apprezza andare a cercare cosa c'è sotto, invece che fermarsi a guardare in superficie, ed ulteriormente riconosce le sue abitità e ritiene che possano tornare a farsi valere, magari una volta che verrà archiviata per sempre la vettura di Webber, chissà per quale motivo ancora in circolazione, ecco, può tifare per Vettel: il pilota senza fronzoli per la testa, discepolo del migliore in piazza degli ultimi tempi, già stato in grado di fare il proprio mestiere con sufficiente lucidità e freddezza quando il gioco vale la candela.
Dimentichi una sesta opzione: tifare Chilton o Ericsson. u.u
RispondiEliminaQuesta opzione permette di:
- imparare a rispettare chi tifa piloti che hanno risultati migliori del nostro idolo;
- saper commentare in tono civile una gara in cui il nostro idolo arriva ultimo;
- non prendersela per come andrà a finire il campionato;
- potersi esaltare (se la legge del caso vuole che qualcuno lo stia doppiando e quindi la scena viene inquadrata) quando è coinvolto con qualcuno degli altri piloti delle retrovie in uno dei pochi duelli in cui nessuno sbraiterà via radio invocando penalizzazioni.
:D
Scherzi!? Nella prossima vita voglio tifare per Maldonado!
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