Ci sono cose che non cambiano mai: lo sa bene Vettel che, ancora una volta, si è trovato a spingere al box la sua stessa vettura, assicurandosi oneri ed onori della scuderia che dovrebbe mettere le ali ma che pare preferire il lavoro di braccia.
Lo sa bene anche Maldonado che, volendo imitare i gorgheggi monzesi di Nico Rosberg, ha intonato il ritornello di Oops i did it again e si è schiantato a muro. Le luci artificiali della notturna di Singapore non promettono nulla di buono.
Lo sa bene anche il buon Mazzoni che, con una buona probabilità ha già in serbo lo statisticone degli unici tre piloti in pista ad aver concluso tutti i giri di tutti i gran premi di Singapore mai disputati: Button, Alonso e Vettel.
Lo sa bene anche Alonso che, nonostante gli entusiasmi dilaganti sino ad una fase di qualifiche prima, quando entrambe le Ferrari parevano far faville e voler lasciare il loro segno nella storia, si è piazzato, inevitabilmente, inequivocabilmente, inesitatamente, quintolo. I'm loving it.
Partiamo dall'inizio.
Alonso è arrivato a Singapore triste: triste per tutto, per non potersi più sbaciucchiare con Montezemolo. E' triste del fatto che tutte le voci che lo vogliono partire dalla Ferrari alla ricerca di maggiore felicità altrove abbiano origine tutte in Italia. O forse è triste perchè è proprio l'Italia che che spera che vada a cercarsi felicità altrove? In ogni caso è triste. E' stato triste, per dire, anche in fase di Q1, quando le due Ferrari, in un impeto di allegria, si sono piazzate al vertice della classifica... ma era lui il numero 2. Ha tentato di scacciare la propria tristezza in quelle fasi di Q2 e Q3 quando ha incominciato a sentire intorno a se l'entusiasmo di tutti quelli che credevano che ce la avrebbe fatta veramente, le grida di tutti quelli che lo esortavano, una volta ogni tanto, a togliersi dalla terza fila e avanzare, piazza dopo piazza, l'orgia collettiva nella quale si crogiolavano tutti quelli che erano certi che il cavallino rampante sarebbe riuscito a risorgere dalle proprie ceneri. Poi però si è piazzato quinto, come al solito, ed è calata nuovamente la tristezza.
Tutto bene, invece, in Mercedes dove, ridendo e scherzando si sono portati a casa un'altra prima fila completa... e se tutto va bene ce ne possiamo aspettare delle belle dopo la reazione, al limite tra il ma che lingua stai parlando ora e vietatemi anche questo!! di Nico Rosberg in Team Radio quando ha realizzato di essere arrivato secondo per un qualcosa tipo 7 millesimidi secondo, o giù di li. Cioè... 0,007 secondi che fanno la differenza con una pole position che, invece, si è portato a casa Lewis Hamilton.
Cosa aspettarci per la gara: pioggia!
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