Solo gli stupidi non cambiano mai idea. Il vero problema è che qua stanno conducendo una dura battaglia per decidere chi è il più cretino dei due.
Riassumento per i profani: Daniil Kvyat è un giovanissimo pilota russo che parla perfettamente italiano, ha vissuto in Italia per diversi anni e tifa Roma. In formula 1 ha debuttato all'età di 20 anni in Toro Rosso e, sorprendentemente, l'anno successivo è stato promosso in Red Bull. In realtà non c'è nulla per cui stupirsi: Ricciardo era stato promosso l'anno prima e, con la dipartita di Vettel, c'era da riempire un buco in prima squadra.
Durante la sua prima stagione in Red Bull non è che ci abbia stupito con effetti speciali ma, oggettivamente, era la vettura a lasciar un po' desiderare. Solo un paio di podi ma quasi costantemente arrivato a punti: a fine anno 95 punti sul groppone, tre in più di quelli portati a casa da Ricciardo.
Il 2016 è partito in maniera un po' burrascosa: una mancata partenza in Australia, un podio in Cina ed un paio di fraintendimenti di troppo con Vettel che, ricordiamolo, mosse addirittura dal box Ferrari per andare a dirne due a papà Christian Horner. Se solo Vettel avesse saputo. Arriva quindi punizione definitiva: dopo solo quattro gare dall'inizio della stagione è stato arretrato in Toro Rosso. Formalmente aveva bisogno di impratichirsi ancora un po' nelle retrovie, informalmente c'era quel Max Verstappen (ed il suo pesante genitore) che fremevano alle spalle.
Fu un caso di mobbing che mobilitò anche quel sindacalista di Jenson Button, indignatosi formalmente per il trattamento riservato al giovane pilota dal team che, in men che, ancora prima che si concludesse la stagione 2017 aveva iniziato a sostituirlo con qualcun'altro, per richiamarlo all'occorrenza quando questo non poteva presentarsi in pista.
Insomma: scaricato nel peggiore dei modi possibili, vittima sacrificale davanti ai nuovi portatori sani di contanti. Il team, dal canto suo, non è mai parso essere particolarmente dispiaciuto. Ha semplicemente dato atto di questa naturale dinamica di mercato, ha ringraziato il pilota per la sua disponibilità e gli ha chiuso il portone alle spalle. Pronto a partire per nuove avventure.
Nel 2018 Kvyat è riuscito sorprendentemente a ritagliarsi un nuovo ruolo quale quarto pilota Ferrari. Insomma, un pilota da salotto. In questo nuovo ruolo sembrava assolutamente appagato e, più le cose sembravano andare male in Toro Rosso, più si diceva soddisfatto del proprio ruolo attuale, anche se nessuno ha ben capito che cosa abbia fatto, oltre alle foto di rito in divisa.
A metà stagione per qualche malsana ragione, le voci di un interesse Toro Rosso per il suo ritorno si sono fatte addirittura più insistenti e, più si son fatte insistenti, più i due protagonisti si sono fatti in quattro per smentirle. E' a quel punto che avremmo dovuto immaginare che sotto ci fosse anche qualcosa di vero.
Kvyat sembrava rigido sulla sua posizione: dopo tutto quello che è successo non era assolutamente interessato a tornare indietro, tanto più in seconda squadra. Il team pareva ancora più categorico: se lo hanno mandato via una volta di certo non era per risupplicare la sua presenza un minuto più tardi.
Cosa sia successo non è chiaro saperlo, probabilmente qualcuno ha ritenuto il numero di zeri aggiunti all'accordo essere finalmente sufficiente per essere firmato. Attendo con frenesia il primo dissapore tra i due per capire se dalla seconda squadra possa addirittura essere retrocesso al locale lavanderia o qualcosa di questo genere.
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