lunedì 22 aprile 2013

Bahrain 2013 - Gara

Il pole position, dopo tanta attesa e tanto patimento troviamo Nico Rosberg: pare che sabato il suo tempo fosse assolutamente imbattibile ma non sembra particolarmente fiducioso sull'esito della gara. Dietro Vettel e Alonso non sperano altro. Dopo la partenza Nico si fa valere, finché può, poi Vettel ha la meglio... e Alonso ha l'ala magica. Mentre i primi tre continuano amichevolmente a dirsele, Button rimpiange tutte la mancanza di ordini di scuderia e di mancato rispetto dei giovani d'oggi: chiaramente Perez non cava un ragno dal buco dai suoi tentativi di agguato ma forse questo è pure inutile specificarlo. Azzarderei a dire che Vettel ha messo le ali. A proposito di ali... L'alettone di Alonso non si chiude: mentre Massa ha un ala ballerina che preoccupa a destra e a manca, tranne quelli che se ne dovrebbero occupare, Alonso vede trasformarsi in incubo tutto quello che per lui è sempre stato il paradiso. Dopo il primo rientro si ritrova in 17° posizione, riprova a giocare di ala ma ancora questa non si chiude... torna ai box la richiudono a mano ma da questo momento in poi pare chiaro che non possa più utilizzare il DRS. Giustizia è fatta.
Pochi giri dopo anche Massa combatte la sua battaglia con il destino: una gomma si spappola, gliene montano una nuova di zecca ma nulla gli impedisce di finire nelle retrovie. Pure più indietro di Alonso, per dire. A metà gara l'episodio si ripropone: stessa gomma, stesso pilota. C'è chi dice ma allora è una questione di gomme! Io propongo ma allora è una questione di pilota! Basta dare tutta la colpa ai detriti.
Buona parte della gara se la portano avanti Rosberg, Button e Perez: io incomincio a sospettare che davvero tutti e tre ci sappiano fare veramente, pare una cosa pulita, una battaglia a tre combattuta senza infrangere il regolamento... chiaramente fino a che il gioco dura poco, poi basta! Rosberg per un po' ce lo perdiamo, Button e Perez si dicono di tutto. Sergio giunge al contatto ma non intende darsi una calmata, Jenson lo manda in maniera politicamente corretta a spalare la terra, dal nulla spunta anche Grosjean... ed andando a stuzzicare proprio Grosjean incomincio a temere per il peggio. In realtà questo scorre via in fretta, giunge fino al podio, ma lascia i nostri a dirsi di tutto. In mezzo alla mischia entrano di tanto in tanto Hamilton, Alonso, o altri di passaggio, per fare in modo che i due McLarenS la piantino di prendersi a sportellate intervengono dal box per chiamarli a cambiar gomme. Purtroppo dopo pochi giri siamo sempre da capo e il tutto pare non potersi risolvere, se non a sberle.
A 10 giri dalla fine, gli eventi che risolvono la gara. Ciò che porterà una bella gara ad un indegno risultato. Button viene chiamato a casaccio ai box, cambia gomme e si ritrova in 10° posizione: lì si addormenta e non lo si recupera più. Hamilton, svanito fino a questo momento si ricorda di dover far qualcosa, giunge fino a Webber e lì incomincia a mobbingzarlo. Perez, che invece non viene richiamato per la quarta tornata, spara le ultime cartucce contro Alonso e riesce a portare a casa sia la posizione che la gara. Dopo tutto quello che abbiamo visto, dopo non essere riusciti ad annoiarci neanche per un minuto... sul podio vanno tre che quasi non li si è visti: Vettel, con quei sei giorni di vantaggio su tutti gli altri, Raikkonen, uno che si è sentito solo quando ha dato una botta di incapaci ai meccanici che, a suo dire, lo hanno chiamato per cambiare gomme un po' troppo presto - ci sarebbe stato da rispondergli I know what I'm doing, ma questi sono altri episodi - e, come già anticipato, Grosjean, sbucato dall'uovo di pasqua o poco più in la.

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