La foto scelta per il post di ieri non è stata presa a caso e l'avrei voluta intitolare Sebastian Vettel, uno di noi. Poi c'è tutta quella faccenda del fatto che chiaramente la foto non è mia e battezzarla pare essere cattiva educazione e ho lasciato perdere.
Siamo abituati a considerare certi sportivi, soprattutto quelli che rendono certe prestazioni al limite, come delle macchine da guerra, qualcosa che va oltre il semplice concetto di macchina meravigliosa, giunti fin a quei livelli a seguito di una selezione naturale più che minuziosa. Poi ti esce a caso uno scatto che ti mostra che anche Vettel, ad oggi quattro volte campione del mondo, porta gli occhiali e tutto torna su un canone di umanità inaspettato.
Certo, non è che qualche grado di miopia possa impedire di guidare bene... ma se ad oggi ricordiamo tutti ancora Bourdais, tra l'altro Sebastien anche lui, il pilota con gli occhiali un motivo ci sarà. Non è che la storia è piena di campioni quattrocchi. Ma se tutto questo tempo Vettel ha nascosto di portare le lenti a contatto, forse prima o poi si scoprirà avere anche un'anima.
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