lunedì 22 settembre 2014

Singapore 2014 - Gara

Per me è NO
Egregio Sig. Gran Premio Di Singapore, 
Là dove Gran Premio è il nome, Di Singapore è il cognome, Le scrivo per manifestarle il disagio provato nell'assistere alla gara odierna e, chiederLe, in ultima analisi di volerla anullare e, se ne ricorre la possibilità, di ripeterla dall'inizio. Perchè credo di non averla capita bene.
Normalmente dal Gran Premio di Singapore non è che ci sia molto da aspettarsi: noia! La noia resta e resterà sempre uno degli elementi dominanti di questa gara che, inerpicandosi per anguste strade cittadine, non offre assolutamente spazio ai sorpassi ed all'azione, quella vera. E' capitato spesso, anche negli anni passati, che ci sia aspettasse un gran bel po' di pioggia, esattamente come ci si aspettava anche quest'anno: ma anche lei si è annoiata e non è arrivata. A Singapore, aggiungo, è pure inutile tentare di distrarsi e passare il tempo guardando il paesaggio, spero di non essere l'unica che tende a farlo spesso e volentieri... ma qua no! Perchè a Singapore è in notturna: pista illuminata a giorno, buio calato nella notte cittadina.
Singapore è la prima gara della fase finale: siamo tutti appena usciti dellUnione Europea, stiamo ancora smaltendo le sbornie di Monza, ma siamo concentrati sull'imminente traguardo. Quello che ci saremmo aspettati, da questo Gran Premio 2014 era un duello, di quelli fatti bene, senza se e senza ma, tra Hamilton e Rosberg. Di quelli che non avrebbero fatto urlare al complotto, di quelli che non avrebbero portato il pilota vincitore ad essere fischiato e biasimato. Invece niente: la partenza non è stata una vera partenza, è stato un conto alla rovescia nella concitazione dei tentativi operati da Rosberg di far funzionare il proprio volante, di resettare i sistemi o di fare un po' quello che sarebbe servito per accendere la vettura. La vettura non si accende per tempo, il ctrl - alt - canc non serve, non gli resta altro da fare che non sia partire dalla pit lane ma, anche lì, mica ce la hanno data come certezza. Nonostante le lacune della regia internazione, che chiaramente tifa Hamilton, dopo un bel po' dallo spegnimento dei semafori abbiamo avuto la conferma: anche Rosberg è partito. Nell'averlo visto lottare due giri di fila contro Chilton abbiamo intuito che non ci sarebbe stato alcun lieto fine. L'unica speranza? Che Maldonado ne combinasse una delle sue e una safety car stravolgesse per bene le carte in tavola. 
In testa tutto ok, per quanto possa andare bene in testa quando il primo parte senza il fiato sul collo del secondo ed il gioco è lasciato ai terzi\quarti\quinti, pronti ad aggiudiarsi lo spaziettino vuoto. Degna di nota l'operazione di Alonso che, partendo certamente meglio delle due insonnolite Red Bull riesce quasi a prendersi la seconda piazza, la finisce largo, in realtà non ha rubato nessuna posizione a nessuno con il rientro in pista ma decide di restituire la posizione a quello che ha dietro, Vettel, giusto per non farsi rompere le scatole in seguito. In effetti è così: lo mettono sotto investigazione per l'accaduto ma la riserva si scioglie presto: va bene così. La notizia shock, rimbalzata di testata in testata e, figuriamoci se non è stata ripresa anche da Ettore Giovannelli che, per comunicarcelo, ha chiesto pure la linea dai box Ferrari, è un'altra: Alonso ha restituito la posizione di propria iniziativa, senza chiedere al muretto, senza che dal muretto dessero indicazioni. La notizia, in sostanza, è che Alonso pensa. Con la propria testa. Punto.
Nelle retovie, nel frattempo, Rosberg vede rosso come i tori. L'unica cosa che funziona nella sua vettura, a quanto pare, è la comunicazione radio dal muretto, portatrice solo di cattive notizie. In ordine sparso, giungono, ad una ad una, le diverse informazioni: non funziona il limitatore di velocità, pertanto, all'ingresso della pit lane, dovrà fare tutto da solo. Non funziona il nonsochè della frizione, quindi la vettura dovrà essere rimessa in marcia facendola rotolare giù dal cavalletto posteriore. Non funziona neanche questo, quello e quell'altro. A quanto racconterà lui, poco dopo, ai microfoni di Stella Bruno, non funzionava neanche la comunicazione radio dal pilota al muretto, perchè in quei momenti ha tirato tante di quelle bestemmie che la metà sarebbero bastate... ma per fortuna non si sono sentite. DAMMIT
La sua gara terminerà al giro n. 15, durante uno dei più difficili e difficoltosi pit stop della storia, quando Hamilton è in testa alla gara e scivola via, giro dopo giro, accumulando vantaggio dopo vantaggio... e uno resta lì, senza parole, a chiedersi che fine ha fatto la gara che cercava? Fermate tutto, date un nuovo volante a Rosberg e cominciamo da capo, ok? Io sarò anche un tipino sensibile ma non vedo come non possa essergli riconosciuta questa possibilità davanti alla scena di lui che si è visto tutta la gara, scrutando ogni movimento e facendo in modo di non perdersi neanche un istante, da quella posizione, dal muretto, con maglietta e calzoncini, come se fosse uno passato di lì quasi per caso.
Tutto ciò che ha seguito questo momento fu la tragedia più assoluta: la tragedia della noia, dell'insensatezza del circuito, dell'inutilità della gara. Ad un certo punto è entrata anche una safety car... ed è stata tragedia vera. 18 minuti di vuoto cosmico poi un barlume di speranza: chi si ferma ai box per un ultimo pit e chi tenta di risparmiarselo? Neanche a dirlo, un brivido che ci ha lasciato del tutto indifferenti visto che, in un caso o nell'altro, che si siano fermati o che abbiano provato ad andare dritti, non è cambiato nulla. Allo scoccare delle due ore Hamilton è stato dichiarato ufficialmente vincitore e tutti sono stati mandati a casa prima che decidessero di ribellarsi contro il sistema. Sul podio insieme a lui: Vettel, che per un attimo ci ha pure sperato di vincere, e Ricciardo, che poi è l'ulteriore beffa al ritiro di Rosberg
Dato significativo: una volta pesati, lavati e imbellettati per salire sul podio, nell'attesa dell'attimo fuggente, di cos'è che si è parlato? Di Alonso. Vettel incuriosito chiede a Ricciardo se lo spagnolo ci abbia provato a superarlo (ah, sì, perchè urge dirlo, il buon Fernando è giunto quarto, non quinto, anche lui ancora non se le capacita). Risposta: "No...bah, sì, un po' alla fine...".
Altro dato significativo: deve essere assolutamente aggiornato lo statisticone relativo agli unici piloti ad aver percorso tutti i giri di tutti i Gran Premi di Singapore. Sono rimasti solo Alonso e Vettel. Niente più Button, abbandonato dalla propria vettura a 10 - 15 minuti dalla fine della gara. La faccenda, tra l'altro, ha fatto tornare alla mente quel singolare team Radio che lo stesso Button, verso l'inizio della gara, ha lanciato nei confronti dei box: per quanto dovrò ancora guidare questa macchina? Poco, caro Jenson, poco.

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