mercoledì 17 gennaio 2018

Domani è un altro giorno - 2017 Edition

Domani è un altro giorno è l'appuntamento dalla cadenza annuale volta a premiare (con il mio personale riconoscimento) l'eroe della stagione. Colui che ha lasciato il segno, non solo nella storia della massima serie dell'automobilismo, ma anche e soprattutto sulla fiancata di quelli che lo circondano, sui muretti o sui guard rail. Insomma, coloro che hanno lasciato una traccia indelebile del proprio passaggio. 
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Per la categoria:

1) FerMando Alonso a.k.a. vorrei ma non posso
2) Max Verstappen una quotidiana guerra con la razionalità
3) Kimi Raikkonen questione di mobbing
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And the winner is...

Max Verstappen

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Quando arrivo al termine di una stagione adoro particolarmente tutta questa operazione di rivisitazione, andare a cercare i momenti più alti, più bassi, vedere quale nome è uscito fuori più frequentemente in contesti curiosi e osservare tutto da una prospettiva differente. Il fatto che Verstappen non mi stia particolarmente simpatico non è poi questa gran novità, anche se non posso negargli l'estrema ilarità nei siparietti comici con Ricciardo, è stato solo riguardando questa stagione dall'alto che tante verità sono venute a galla. Partiamo subito con un'autocitazione:
Quello che mi piace di Verstappen è che tenti sempre di fare la sua gara senza guardare in faccia nessuno, senza domandarsi cosa sia opportuno o cosa no, con chi abbia a che fare e qual è il bene superiore per cui lavorare. Quello che non mi piace di Verstappen è che tenti sempre di fare la sua gara senza guardare in faccia nessuno, senza domandarsi cosa sia opportuno o cosa no, con chi abbia a che fare e qual è il bene superiore per cui lavorare.
Il personaggio è ambiguo o lo si ama o lo si odia, non lascia molta via di scampo. E' certamente un personaggio d'impatto, è entrato nel mondo della Formula 1 portando scompiglio. Era minorenne perchè non poteva, come tutti gli altri, aspettare di essere grande abbastanza per firmarsi autonomamente i propri contratti. E' partito dalla Toro Rosso ed è stato promosso a danno di altri, ha chiaramente grandi spinte al posteriore ma anche quel filo di predisposizione personale e intraprendenza che lo hanno portato ad emergere. Nel bene o nel male, sia chiaro. Perchè anche Maldonado, per dire, è emerso dall'anonimato delle ultime file, non che questo sia per forza un merito. 
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Prima di parlare della sua stagione non posso che aprire una parentesi e fissare un punto fondamentale, uno che solo wikipedia mi ha aiutato a risolvere. La domanda era centrale: per quale diavolo di motivo questo "celebra" il proprio GP di casa due volte a stagione? Si sente a casa in tutti gli stati confonanti, parla sei lingue come Rosberg o soffre di labirintite? La risposta giusta è la più banale: una doppia cittadinanza. Nato in belgio corre sotto bandiera olandese, ama tenere il piede in due scarpe e, nel dubbio, frequenta anche uno bravo per questa faccenda della doppia personalità.
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Permettetemi un'altra autocitazione, perchè qua l'egocentrismo la fa da padrone. Era il maggio del 2016, alla vigilia del GP di Spagna sostenevo:
Che poi, questo, è il motivo per cui, almeno per me, Max Verstappen is the new Fernando Alonso.
Non mi ricordo se quella fosse la prima volta che lo dicevo espressamente ma, certamente, non è stata l'ultima. Scusatemi ma, per certe cose, ho davvero un sesto senso. Analizziamo ora da vicino la stagione e tutto sarà chiaro.
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Australia - Non in grado di fare una gara sua, nel dubbio fa quella degli altri. Partito bello carico a pallettoni già dal sabato dove, la pretesa da Vip del giorno è stata quella di non essere mandato in pista dopo Ricciardo... le cose non sono andate meglio domenica, dove è stato uomo-gara senza che questo possa dirsi un complimento. Non che fosse in grado di reggere il confronto con i top team in testa, Mercedes e Ferrari, ma - fortunatamente per lui - sta messo abbastanza meglio rispetto alla marmaglia alle sue spalle. Non gli resta che annaspare in quinta posizione, ma è riuscito a mettersi in mezzo nel momento strategioco. Peccato che la strategia fosse quella degli altri. Piazzatosi in mezzo alle balle di Hamilton proprio nel momento in cui questo, rientrato prima di Vettel per il cambio gomme, aveva bisogno di non perdere terreno, non si è convinto a lasciargli un solo passo pur non avendo assolutamente niente da perdere. Il dato della quinta posizione potrebbe sembrare irrilevante in questo momento... ma tenetelo a mente solo per un altro momento.
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Cina - It's ridicolous! - Max Verstappen on the go. Se la sua vettura a tratti deve ancora dimostrare chiaramente di che pasta è fatta ... lui no. Partito dal fondo dello schieramento, senza che si sia minimamente capito da che parte sia passato ad un certo punto era secondo. E ci è voluto restare per un sacco di tempo. A pochi giri dalla fine, ha tremato all'idea che anche la terza posizione gli fosse soffiata da sotto al naso dal dormiente Ricciardo alle sue spalle... dando il meglio di sè in team radio e sbattendo i piedi come un moccioso. Davanti a sè aveva Grosjean, sulla via del doppiaggio. Non ancora abbastanza vicino da essere doppiato, non veramente lontano da non infastidirlo. Non è esattamente chiaro che cosa pretendesse che fosse fatto di Grosjean che, certamente, non poteva fermarsi per aspettare che passasse. Invece che guidare ha strepitato in radio per 5 minuti su quanto fosse tutto così ridicolo quanto non fossero presi provvedimenti ma.... what?
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Bahrain - "Dobbiamo fare come la Ferrari". Poi si schianta al muro. Quando una Red Bull arriva a chiedere di potersi inventare qualcosa di rivoluzionario per modificare l'esito della gara "come ha fatto la Ferrari" allora capiamo che da queste parti sono veramente cambiati i tempi. Su quello che è successo in seguito si possono usare due chiavi di lettura: o dai box non hanno accettato di essere chiamati 'Ferrari' e, con la scusa del cambio gomme gli hanno sabotato i freni, o la vettura si è immedesimata un po' troppo ricordando la Ferrari d'altri tempi e finendo allegramente contro un muro.
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Russia. Gara anonima, chiusa quinto...lo! Again! Oh cielo... sto incominciando ad avere un senso di dejavù.
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Spagna - Verstappen e Raikkonen fuori alla prima curva. Quella che si suol dire una partenza col botto: e giù bimbi che piangono. Ovviamente parlo di Verstappen. 
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Monaco - Verstappen non la prende bene. Rimane giusto un filo deluso dall'essere stato il primo in griglia a compiere il pit stop, quando il suo compagno di squadra è stato uno degli ultimi e si è pappato ben due posizioni in un colpo solo. Insomma, non son cose carine da farsi, soprattutto perchè tutto questo l'ha portato a chiudere la gara quintolo. Again. Oddio i dejavù.
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Canada - Karma chameleon. Tra le cose più assurde che sono state dette sulla gara canadese di quest'anno è la chiamata a gran voce del karma di Verstappen dopo che la sua vettura, al giro n. 11 di gara, lo ha costretto ad abbandonare la sua seconda piazza e parcheggiare in un angolo. Perchè se Verstappen aveva colpito Vettel in partenza obbligandolo al cambio dell'alettone era giusto che finisse fuori anche lui. Con il dettaglio che Vettel, in realtà, è rimasto tranquillamente in gara, mentre Verstappen in classifica iridata si trovava a livello "mai una gioia" e che - per quanto vorrei essere l'ultima persona al mondo a riconoscere una cosa di questo genere - ma quello si chiamava sorpasso, avvenuto in partenza e senza sportellare \ sbattere fuori pista o chiaramente voler danneggiare qualcun altro. 
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Azerbaigian - Karma p. 2. Non solo Verstappen è qui costretto al ritiro ma non ha neanche la gioia dell'uscita trionfale, insomma, uno dei suoi classici, un tonfarello qua, una litigata là. Niente: la vettura semplicemente si accascia al suolo e lo lascia a piedi.
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Austria - Karma p. 3. Nelle retrovie, Daniil Kvjat sbaglia il punto di frenata alla prima curva, e colpisce la vettura di Fernando Alonso, che a sua volta finisce contro quella di Max Verstappen.
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Gran Bretagna - sarebbe potuto essere quintolo... se non fosse stato per le fallimentari strategie Ferrari che regalano sempre gioie allo spettatore. La decisione epica di anticipare il cambio gomme di Vettel proprio per battere, nel gioco dei pit stop, Max Verstappen, gomme che, cambiate con un po' troppa fretta lo abbandoneranno poco prima della conclusione della gara. Vettel scivola dalla terza alla settima piazza, Verstappen salta senza meriti particolari dalla quinta alla quarta. Circostanza che un po' turba la mia questione dei numeri ma, cercando bene la soluzione, è tutta spiegata. 
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Ungheria - Versbatten. Riassumento il suo gran premio d'Ungheria: incidente in partenza, a farne le spese questa volta è Ricciardo, gara conclusa in quinta posizione. Quintolo... again! Sto perdendo il controllo della situazione. 
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Belgio. Verstappen in alta gara aperta ... con Alonso. Per il maggior numero di ritiri durante la stagione. Trovatosi (nuovamente?) a festeggiare il suo gran premio di casa con un caschetto sobrio e poco appariscente, è caduto nella trappola del cambio di casco. Scusatemi, ma io è dai tempi di Belgio 2011 (qua - e c'è anche la gara se serve) che ripeto il mandra trasmessomi dal vecchio e saggio Ivan Capelli: cambiare casco porta sfiga! E' un principio che ripeto e faccio mio, anche nel mio piccolo, non cambiando il design del casco del motorino da molto prima di quella vicenda. Anche in questo caso Verstappen non fa in tempo a scendere in pista che la vettura di ribella al suo strapotere e lo abbandona a bordo pista. Non solo porta sfiga cambiare casco, ma è ancor peggio se questo è brillantinato \ metallizzato \ fosforescente \ imbarazzante. 
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Italia - Versbatten contro Pippo Massa. Tutti e due concentrati a dare il loro meglio per far bene in una della gare più fighe del calendario... eccoli andare al contatto e tutti e due finiscono sul prato a raccogliere violette. Verstappen smarmella una gomma e, tempo di recuperarne una nuova, si piazza ultimo tra gli ultimi. Ovvero decimo. Che poi dieci è il doppio di cinquie... ma che ve lo dico a fare?
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Singapore - la grande partenza. In prima fila Vettel e Verstappen. La domenica ci ha accolto sotto ad un simpatico scroscio di pioggia, una cosa che avrebbe potuto tranquillamente far posticipare l'inizio della gara ma, a quanto pare, al di fuori del terreno dell'Unione Europea siamo un po' tutti meno suscettibili. Raikkonen dalla seconda fila tenta di fare un passo più lungo della gamba, Verstappen spererebbe di non farsi fregare da nessuno, Vettel mira a non farsi fregare la pole position dal nano. Peccato che queste tre traiettorie mirino tutte esattamente allo stesso punto e l'impatto è inevitabile. E devastante. Verstappen e Raikkonen muoiono sul colpo, Vettel rantola un po' più in là, poi inciampa sulle sue stesse stringhe e sfracella metà vettura contro una barriera protettiva e percorre metà pista in retromarcia prima di fermarsi.Tutto il resto è storia.
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Malesia - Verstappen piccolo serial killer. Nel momento in cui i tecnici di Raikkonen, in griglia di partenza, hanno preso la vettura in spalla e se la sono portata via io ho iniziato ad avere un po' i sudori freddi: Verstappen in questo modo era de facto in prima fila. I semafori si sono spenti, le vetture sono partite, nessun ferito, nessun colluso. Hamilton non ha preso il volo, nessuno lo ha difeso dall'arrivo di Verstappen... quindi Verstappen raggiunge Hamilton il quale non si danna troppo per impedire il sorpasso. Avrebbe potuto farlo ma ... si sa... con Verstappen non si sa mai. E comunque da giro successivo inizia a perdere secondi come fossero capelli. Non avrebbe avuto neanche senso dannarsi per evitare l'inevitabile. A fine gara Hamilton gli dice: avei potuto chiuderti la strada. Ed è così che Verstappen dimostra tutta la consapevolezza dei suoi gesti: ma te sei in lotta per il titolo!
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Giappone - Gara senza nè arte ne parte, Verstappen riesce persino ad arrivare secondo ma il meglio lo da Ricciardo rubando il telefono ad Hamilton e iniziando a fare Instagram stories. E se il meglio della gara è rappresentato da quello che è successo sul podio lascio solo immaginare che, da quelle parti, il fato aveva già dato abbastanza nel confronti delle Ferrari da lasciare andare tutti gli altri un po' dove volessero andare. Senza concentrarci troppo l'attenzione.
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Stati Uniti - Record breaker. Verstappen batte ogni record in fatto di gente buttata fisicamente giù dal podio. 20 anni e siamo già al secondo. Se posso dire la mia (e posso, of course) di cattivo gusto quella scorta armata della FIA a prenderlo di peso e portarlo via il più velocemente possibile… cioè, se stava lì mezzo secondo e gli spiegavano che cosa era successo davvero sarebbe stato un problema? 
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Messico - Amare vittorie. Tre vetture, tutte e tre impazienti di essere in vetta a tutte le altre sin dalla prima curva... e un Verstappen che in maniera preoccupante si piazzava in prima fila. Un Hamilton al quale sarebbe bastato arrivare a traguardo per essere felice, un Verstappen che deve sgomitare alla partenza per contratto, un Vettel che doveva ancora tenere in piedi quella pantomima mai risolta del titolo mondiale che doveva ancora essere in ballo. E' chiaro, già in questi pochi anni di carriera di Verstappen, che è nato per combinare scompiglio nelle ultime gare del mondiale, quando dovrebbe starsene zitto e muto e lasciare che i contendenti al titolo se la vedano tra di loro... ed invece no. Grande contatto in partenza, Vettel e Hamilton che arretrano fino in ultima piazza e strisciano sui gomini fino all'ultimo, Mamma mia, Hamilton che vince il titolo mondiale, fuochi d'artificio, interviste del podio spostate a bordo pista ed anche Mamma Sua, quella di Hamilton, scese anche lei a bordo pista. In tutto questo, si era capito che è stato Verstappen a vincere la gara? A nessuno frega niente di chi ha vinto la gara con tutto quello che è successo.
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Brasile. Prestazione in gara non pervenuta, però chiude in quinta piazza. Mi sto scocciando a ripeterlo però... quintolo!
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Abu Dhabi. Nella gara più remi in barca di tutte, le prestazioni in pista di chiunque non sono pervenute. Anche in questo caso, per chiudere bene la stagione, comunque quintolo al traguardo. Tutto questo è veramente creepy!
 
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Certamente ci sono molte delle sue performance che vengono istintivamente in mente a chiunque, anche ai non addetti ai lavori, la propensione alla mischia, il vippismo personale, le molte sciagure tecniche che lo hanno colpito quest'anno... e le sciagure che si è andato a cercare con il lanternino... ma parliamo di numeri: 
  • 20 gare in una stagione;
  • 20 anni all'anagrafe;
  • 7 ritiri;
  • 4 contatti nelle fasi iniziali della gara... più tutti quelli nelle fasi intermedie;
  • 4 podi;
  • 6... praticamente 7... quinte posizioni!
...e ci sarebbero anche le due vittorie ma, si sa, che quelle sono solo merito di Kvyat. 
Dato atto di quanto sopra pare chiaro che i numeri non possano assolutamente che attribuire a lui la vittoria dell'ambito premio. Per molto tempo se lo è conteso con Alonso, Raikkonen non è mai stato veramente parte in gara, anche se il movimento #freekimi partito in suo favore gli ha fatto raggiungere almeno il podio. Alonso ha avuto dalla sua una vettura da disagio, un motore da doppio disagio. Un karma da triplo disagio (no, perchè scassare il motore anche in Indy è una questione che va oltre la semplice mala suerte). Con tutti questi accessori di serie di certo non si può pensare di portare a casa qualcosa di buono. Verstappen è riuscito, con la stessa vettura che lo ha portato a vincere due gare, a collezionare tutto quello che ho detto sopra: giusto per parametrare la prestazione, a parità di vettura Ricciardo ha portato a casa 9 podi! Ma stai sereno Max, dopotutto, domani è un altro giorno.
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  • Piloti già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2016 - Lewis Hamilton ... sconfitto nella sua battaglia più dura, quella con l'ego.
- per l'anno 2015 - Fernando Alonso ... un uomo sull'orlo della crisi di nervi.
- per l'anno 2014 - Sebastian Vettel ... dalle stelle alle stalle in nove mesi netti.
- per l'anno 2013 - Mark Webber ... con tutti gli acciacchi di salute suoi e della vettura.
- sempre per l'anno 2012 - Michael Schumacher - premio alla carriera.
- per l'anno 2012 - Romain Grosjean
- per l'anno 2011 - Lewis Hamilton
  • Team già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2016 - Red Bull ... vorrei ma non posso.
- per l'anno 2015 - Ferrari ... perchè dev'essere davvero davvero difficile trovare sempre qualcosa di cui lamentarsi.
- per l'anno 2014 - Ferrari ... una scuderia allo sbaraglio.
- per l'anno 2013 - McLaren ... sull'orlo di una crisi di nervi.

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