lunedì 11 maggio 2020

Turchia 2006 - Gara

Quando questo periodo di anomalia è iniziato ed ho incominciato a prenderci gusto con questa faccenda di poter recuperare vecchie gare di formula 1 che mi sono persa per ragioni anagrafiche o di cui non ho memoria per questioni della vita, ho stilato un piccolo elenco di ciò che non mi sarei assolutamente potuta perdere. Ho preferito privilegiare gare che si sono disputate almeno un decennio fa ma più che altro sono andata alla ricerca di momenti storici, eventi unici, fatti imperdibili, spesso cercando di non andare ad approfondire troppo ciò a cui mi sarei trovata davanti giusto per non rovinarmi quel minimo effetto sorpresa che ci si potrebbe ancora aspettare. Questo piccolo elenco nelle settimane successive ha subito aggiunte, cancellazioni, modifiche varie e, soprattutto, nella scelta della gara da vedere difficilmente sono andata in ordine ma ho lasciato fare al sentimento. Questo può anche significare dimenticarmi del motivo per cui una gara è stata messa in elenco ed approcciarmi ad essa nel modo più neutrale possibile.
Probabilmente non è questo il momento di menzionare quella gara vista solo per un mero refuso sul prezioso pizzino e non dirò neanche quale è stata.
Il gran premio della Turchia 2006 è ovviamente entrato a pieno diritto in questo elenco dovendosi celebrare qui la prima vittoria in carriera di Felipe Massa. Era il suo quarto anno in Formula 1, il primo in Ferrari al fianco di Schumacher. Negli anni precedenti in Sauber era riuscito a raggiungere al massimo una quarta posizione in Canada e nel corso di quella stagione era già salito sul podio quattro volte, mai sul gradino più alto. Alla fine dei conti, non è che questo gran premio turco sia proprio uno dei più alti momenti della Formula 1, nonostante le espressioni di padre-Massa ai box.
MAS MSC ALO FIS
Nel momento in cui si spengono i semafori rossi le due ferrari si mettono immediatamente sulla difensiva per tutelare le loro posizioni nei confronti delle Renault alle loro spalle, note per le loro partenze a razzo. L’operazione riesce magnificamente, sono andate a chiudere le loro traiettorie paralizzando l’azione aggressiva di Alonso al quale non non resta altro da fare che accodarsi mentre alle loro spalle succede il finimondo. Fisichella viene colpito e finisce in testacoda in mezzo al gruppo, altre vetture si ritrovano sparpagliate sull’erba, anche Scott Speed su Toro Rosso finisce in testacoda, altri semplicemente vedono andare in brandelli la vettura. Inizia un fuggi fuggi collettivo verso la pit lane, rientra Fisichella sostituire il muso, ma anche Raikkonen, Speed e Haidfeld. Sato e Monteiro costretti al ritiro, ma credo non sentiremo la loro mancanza a lungo.
La gara di Raikkonen non è comunque destinata a durare a lungo, appena rimesso in pista gli esplode una gomma, perde il controllo della vettura e si ritrova contro un muro.
MAS MSC ALO BUT
Nel corso dei primi giri ci sarebbe da ammettere che le cose più interessanti succedono nelle retovie dove vediamo Trulli su Toyota e Liuzzi su Toro Rosso impegnati in un duello senza esclusione di colpi dal saper nazional popolare per la conquista della milionesima posizione.
Al decimo giro il sorpasso è compiuto e in rischio è quello di andare a perdere un po’ la concentrazione sugli avvenimenti di gara ma, per fortuna, c’è Schumacher che torna a ricordarsi queli sono le regole del gioco, si domanda cosa ci stia facendo in seconda posizione dietro a Felipe e in una manciata di giri di rimangia tutto il vantaggio che il compagno di squadra credeva di aver recuperato per poter star tranquillo.
Peraltro proprio in quel momento Liuzzi, dopo una carambola, va a bloccare la sua vettura pericolosamente in mezzo alla pista sottolineando in team radio come “We have a problem”: SC in pista, le due Ferrari si fiondano simultaneamente ai box, così come Alonso e Button che, quantomeno non devono mettersi in coda a nessuno. Ed è esattamente così che Schumacher perde la posizione sullo spagnolo, facendosi cogliere di sorpresa dall’unica cosa che avrebbero dovuto prevedere nell’ottica di portarsi a casa il mondiale alla fine della stagione.
MAS ALO MSC BUT
Nel momento in cui la gara ha modo di riprendere Alonso riesce a fuggire dalle grinfie di Schumacher molto più facilmente di quanto lo stesso tedesco non riesca a fare nei confronti di Button. Tutto questo potrebbe essere seriamente imbarazzante ma la mia attenzione rischia di essere più facilmente deviata osservando il cognome di De La Rosa riportato in grafica con la D e la L minuscola e mi domando se l’errore sia sempre stato il mio o il loro.
Alle spalle di Button e comparso un Rosberg della primissima ora e si segnala anche la presenza di un Baby Vettel ai box, quando con questo soprannome ancora ci si riferiva a lui personalmente, più biondo e capellone che mai, e non alle sue figlie innominate. Il quadretto di famiglia del mio cuore si stava per completare.
Rosberg ha problemi al motore, lo richiamano ai box e per lui la gara finisce senza neanche dare troppo nell’occhio.
Schumacher non è sereno, commette errori, ha delle sviste, sbaglia traiettoria e finisce largo sollevando un gran polverone, non metaforico, nel momento in cui tenta di rimediare al proprio errore con un po’ troppa foga. Il muretto Renault non se ne lascia sfuggire una: informano immediatamente Alonso in team radio del problema e di quello che apparentemente ha continuato ad avere Michael anche nei giri successivi quando ha rallentato il ritmo di gara in maniera visibile.
A 20 giri dalla conclusione Massa, Alonso e Button si fermano per il loro secondo pit stop, tutti insieme appassionatamente. L’unico a restare in pista nel tentativo di rimediare agli errori del passato allungando il proprio stint è Schumacher. Neanche a dirlo, quando cinque giri dopo è tornato in pista dopo la propria sosta, è parso evidente a tutti che, anche questa strategia è definitivamente fallita. A Schumacher non resta altro da fare che provarci alla vecchia maniera. In fin dei conti l’undercut non ha funzionato ma c’è andato vicino, Alonso è tutto sommato ad un tiro di schioppo. Oggi diremmo in zona DRS, all’epoca bastava misurare che tra le due vetture vi fosse ben meno di un secondo di distanza. Questo scenario si protrai per i 15 giri successivi con una lentezza esasperante. Il sette volte campione del mondo non da onore a tutti i propri titoli trascorrendoli tutti interamente a meno di mezzo secondo di distanza dalla mezza calzetta, facendo un paio di tentativi di sorpasso, ma più che altro aspettando che quello davanti facesse un errore, errore che per la cronaca è pure arrivano ma che non è stato in grado di sfruttare, continuando a mantenere la posizione curva dopo curva, giro dopo giro fino alla bandiera a scacchi.
MAS ALO MSC BUT

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