2. McLaren ... sull'orlo di una crisi di nervi.
3. Mercedes ...the best of the rest, senza il minimo preavviso.
-:- . -:- . -:-
And the winner is...
McLaren!
-:-
Sul fatto che fossero proprio loro i pretendenti al titolo c'erano già i primi segnali già a Giugno, dopo le primissime gare, quando i fasti dei test di Jarez risultarono essere solo figli di errori di assestamento della vettura e quando ci si è resi conto che, a conti fatti porre rimedio era ormai improponibile. Ma andiamo per ordine.
Tutto incominciò quando presentarono la vettura, non c'era di Hamilton ma il giovane Perez.
La macchina sembrava esattamente quella dell'anno scorso, leggermente
lucidata, ma cercarono di rasserenare tutti: non c'è da preoccuparsi, il
vestito non fa il monaco. L'aspetto nasconde un potenziale meccanico tutto nuovo che vi stupirà. Da quel momento tutto quello che è potuto andare male è andato tranquillamente malissimo.
- Gran Premi -
Venne prima di tutto l'Australia dove Jenson, dopo uno spunto vagamente interessante, si ritrova nelle retrovie e da lì non vide più la luce.
Seguì la Malesia,
dove le cose andarono nuovamente male ai box per Button: sono riusciti a
mancargli il Pit Stop lo hanno riportato indietro a braccia e, alla
fine, si ritira prima della bandiera a scacchi.
In Cina
almeno Button portò a casa qualche punticino... nulla che fece
realmente la differenza. In ogni caso arrivò quinto e ne andò fiero.
Perez 11° dopo una gara inutile.
In Bahrain
incominciano i primi screzi tra i piloti. Più volte la foga di Sergio
arriva a vedere da vicino le scrittine poste sull'ala mobile di Button.
Il piccolo di casa a momenti fa danno arrivando al contatto, i genitori,
come nelle più classiche delle situazioni, fanno leva sul buon senso
del maggiore e lo richiamano per cambiare le gomme per la 350° volta in
gara. Cosa che se avessero accettato semplicemente di stare l'uno
davanti all'altro magari avrebbero tratto entrambi maggior giovamento. E
per giovamento intendo punti.
A Barcellona,
a prescindere dal diverso numero di soste, dalla diversità delle
strategie, dalla diversità di approccio che ogni pilota pone sulla
pista, non c'è stato niente da fare: i due meschinetti targati McLaren
tornavano sempre ad appaiarsi. A salvarli dalla rissa un bell'ordine di
scuderia vecchia scuola. E 'mo basta!
Monaco (PER - RAI) |
A Monaco
Perez è parso assolutamente non soddisfatto della volta, già presente
nella sua (seppur breve) carriera, in cui si è compattato a muro
ottenendo un precauzionale soggiorno all'ospedale. L'idea pareva essere
quella di mettersi contro tutto e tutti: Jenson, Raikkonen, Alonso... la
sua gara si è conclusa a pochi giri dalla fine contro il suddetto muro
ma, per fortuna, niente di grave. L'appuntamento con la mela cotta
dell'ospedale monegasco è rinviato al prossimo anno.
Poi arrivò il Canada e Button ha fatto capire a tutti come andavano le cose già in fase di qualifiche quando è riuscito a cannare la partenza per il proprio giro veloce fermandosi davanti allo strapotere della bandiera a scacchi. Peccato, perchè quella di far passare avanti tutti per avere pista libera poteva anche essere una buona strategia: chissà come mai gli altri non ci hanno pensato. La gaa andò, ovviamente, di conseguenza.
A Silverstone la gara la fecero le gomme scoppiettanti e la safety car. Figuriamoci se qua qualcuno riesce ad uscirne indenne: a Perez scoppia per due giorni di fila la posteriore sinistra, Button, a seguito dell'ennesimo ingresso della Safety Car si troverà, senza aver capito come, in 13° posizione.
In Germania miracolosamente finiscono entrambi a punti ma, dopo i soliti screzi in pista si consolida in noi la convinzione alla convinzione che quei due, a
telecamere spente, nel segreto delle loro stanzette, si prendano a
schiaffi più spesso nel prevedibile.
In Ungheria Button è partito decisamente bene, ma potrebbe anche essere tutta solo fortuna.
Alla prima curva si era già pappato cinque o sei posizioni e tutto
prometteva per il meglio grazie alla strategia gomme che gli è stata
concessa dalla partenza in pollesima posizione. Poi arriva Grosjean e...
A Singapore per un attimo si è temuto per il peggio... ovvero di non vincere questo ambitissimo premio! Con Button fin troppo vicino al suo primo podio dell'anno, fino a 5 giri dalla fine, si stava per rovinare tutto... poi fortunatamente cinque giri dopo si è trovato 7° ma con il suo compagno di squadra alle spalle e tutto ha trovato nuovamente il suo ordine naturale.
Corea: Perez manda in pappa una gomma, lanciando brandelli di pneumatico a destra ed a
manca. Per rimuovere quello che di lui rimane in giro per la pista è fatta entrare
inutilmente la Safety Car per un'era geologica, o poco più.
In India mentre Button entra ed esce dai box come se fosse il bar al quale rivolgersi per rifocillarsi un po', il destino della McLaren è nelle mani di Perez che si fa valere nelle prime posizioni! Gioia incontrollata: Perez è giunto addirittura quinto! Certo, Jenson è quattordicesimo e doppiato... ma questo è solo per non smentirsi mai.
Stati Uniti: Perez, partito bene, riesce ad essere combattivo, a farsi rispettare e non
combinare guai sfracellandosi a destra e manca. Ovviamente viste le
potenzialità dell'auto ad un certo punto gli tocca arrendersi... In ogni caso gli è andata sicuramente meglio di Button che, qualificato male ed arretrato di tre
posizioni sulla griglia di partenza per una faccenduola accadura venerdì
mattina in sede di prove libere, si ritrova a sgomitare con i paganti
della Q1 che, tempo zero, gli piallano il musetto. A prescindere dalla
pioggia di carbonio, che alla fine non ha affatto inficiato la vettura,
che ha retto fino alla fine, la gara per lui pareva non essere partita
neanche malissimo, si mette a compiere qualche sorpasso, cerca di
perdere meno possibile ed a conti fatti quella poteva essere una gara da
fare più in pista che al muretto... poi ai box compiono il pit stop più
lungo della storia ed è lì che si è capito che gli era completamente
scesa!
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Poi giunse il Brasile... che deve sempre donare soddisfazioni... ma che il questo caso pare proprio aggiungere la beffa al danno. Qualche settimana prima io stessa affermavo "Di questo passo prima del Brasile riusciranno anche a trovare il giusto bilanciamento" (Singapore 2013 - Gara). E così effettivamente fu... solo che se dopo una stagione di sfracelli, quando ormai sulla vettura non ci si sono neanche più messe le mani perchè ci si è arresi, questa incomincia ad andare, ecco beh, tutto questo non porta alla gioia del successo, ma alla vergogna dello sberleffo!
Disposti a stupire tutti con ecclatanti effetti speciali apparvero, senza se e senza ma, i due piloti McLaren. Entrambi piazzati malissimo: Button 15°, ma partito 14 solo grazie all'autodistruzione di Perez
contro il muro che lo ha costretto, giusto per aggravare un po' la
situazione, a cambiare mezza macchina e ad arretrare per questo motivo
di altre 5 posizioni. Roba da finire tra una Caterham e l'altra. Tutto
questo non prometteva, tanto per cambiare - direi a questo punto -
niente di buono finchè... come se niente fosse, ci hanno lasciato tutti a
bocca aperta. Neanche il tempo di partire che Button già si
trovava in zona punti. Più tardi qualcuno spiegherà che lui, fin dal
giorno prima ovviamente, aveva optato per un assetto della vettura da
asciutto... che non ha pagato molto in qualifica ma che, in gara,
posticino dopo posticino, sorpasso dopo sorpasso, lo ho spinto, per la
prima volta in questa stagione, in quarta posizione. Poco più dietro Perez che, meglio tardi che mai, ha avuto modo di tastare le potenzialità della vettura.
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- Premio di consolazione -
E' il primo team della storia e nella storia che riesce a concludere tutte le gare con tutte le vetture in pista. Che se vogliamo è la beffa alla beffa. L'anno in cui, miracolosamente, sono riusciti a fare, stante a questa statistica degna dei migliori albi di Mazzoni, una vettura che non si autodistrugge... questa rende le stesse prestazioni di una Fiat Panda truccata. Sarà che chi va piano va sano e va lontano? Forse si sono presi un po' troppo alla lettera.
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- McLaren 50 -
Particolarmente fallimentare anche la grande pantomima per festeggiare i 50 anni della scuderia. A parte al fatto che racimolando 13° posizioni in pista, a me è parso pure di cattivo gusto l'idea di festeggiare... ma lasciam perdere.
Programma dei festeggiamenti: patetica rivisitazione di successi ancora in bianco e nero. Acquisizione ex officio della vanteria mondiale 2008, dimenticando che in quell'occasione il titolo costruttori gli fu tolto per faccenduole non di poco conto. Richiamata alle armi di tutte le vecchie glorie che aiutassero a riempire il vuoto cosmico di cose da dire: unico assente, comunque non ancora pienamente giustificato, James Hunt... tuttavia contemporaneamente presente anche al cinema con Rush. Bicchierata commemorativa con vestiario stilisticamente studiato per l'occasione che non ha ancora fatto smettere Hamilton di ridere per la fortuna spacciata di esserne riuscito a sfuggire giusto in tempo.
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- Tooned -
Giustamente a tema anche quest'anno anche l'amato Tooned. Cosa che se l'anno scorso era stato il non plus ultra delle genialate da paddock che si potevano vedere, quest'anno è sceso, ed alla grande. All'inizio si era parlato di tanti episodi quante erano le gare, così: giusto perchè ci avevano preso gusto. Poi deve essere andata che a qualcuno è venuta l'idea di abbinare anche Tooned ai grandi festeggiamenti per i 50 anni... la trama che ne è uscita non è stata sto granchè ed anche il numero di episodi è andato drasticamente a ridursi.
La cosa è stata malgestita fin dall'inizio: le vetture sono andate in pista sin dall'australia con l'alettone targato Tooned, come se fosse un elemento di vanto... gli episodi hanno incominciato però ad andare in onda tre mesi dopo. Nel frattempo, però, quella pubblicità al vento non deve aver reso troppo ed è stata sostituita. Roba che o si vive in inghilterra o nessuno si sarebbe mai potuto render conto della sua esistenza.
A differenza dello scorso anno, giusto per enfatizzare un po' il progetto, ogni episodio è stato piazzato (a sole poche ore di differita rispetto alla messa in onda) su YouTube, il che è un bene. Ad essere un male sono state altre cose. Per esempio la trama troppo frezionata. Impossibile riuscirgli a stare dietro. Per essere certi di arrivare con l'ultimo episodio in Brasile, alcuni episodi sono saltati, altre volte (addirittura) è andato in onda una sorta di riassunto delle puntate precedenti o un making of. Che poi, se nel making of si fossero visti momenti davvero degni di nota, magari ce li saremmo anche fatti andar bene. Possibile che di 50 anni di storia non ci fosse un accidente da dire?
Un cenno particolare andrebbe rivolto al fatto che, salvo eccezioni, quest'anno non è che ha fatto proprio sbellicare dalle risate. Questa, tra parentesi, pare essere stata la volontà degli autori che hanno voluto portare il ricordo di Bruce McLaren un po' meno in chiave Sitcom, un po' più in chiave commedia. Qualcuno gli ricordi, per cortesia, che lo humour inglese non fa ridere nessuno.
Ulteriore dramma è stato portato dalla creazione dello spin off... nato a meri fini pubblicitari, riusciva tuttavia a recuperare la vecchia visione di Tooned. Tutto molto bello se non fosse che il progetto è stato fatto naufragare al terzo episodio.
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