sabato 6 dicembre 2014

Pagellone 2014

- Pilota dell'anno -
Nella mia personale classifica il pilota dell'anno, che non è quello che ha vinto e non è neanche quello che ha perso. E' quello che può essere considerato la rivelazione della stagione, quello che, al di la dei titoli aggiudicati si porta a casa una scatola di stima riversa dei suoi confronti. Un po' come se fosse il premio della critica, dove però la critica sono io. 
Pilota dell'anno 2014 - Nico Rosberg. Pur accreditandomi pacificamente trai funz di Rosberg dal lontano 2005 o giù di lì, quest'anno per lui è stato l'anno della rinascita. Per anni ed anni, tutti quelli che hanno con calma ed attenzione osservato la sua carriera si sono domandati quando sarebbe arrivata l'occasione buona: prima il passaggio dalla Williams alla Mercedes aveva lasciato intendere qualcosa... ma sono solo le evoluzioni dell'ultimo paio d'anni della vettura ad aver posto veramente la besi per qualcosa di buono. Dopo il primo podio è arrivata la prima vittoria. Dopo la prima vittoria, sono arrivate le conferme di prestazioni, dopo le conferme in squadra è arrivato Lewis Hamilton, e qui c'è qualcosa che non va. Quest'anno, oltre all'aspetto professionale, è apparso al mondo anche quello umano. Lo abbiamo visto approcciarsi ai successi del team e agli insuccessi del rapporto di amicizia, che si dichiarava essere decennale, con il compagno di squadra. C'è chi non ha apprezzato certe mosse, certe strategie, certi atteggiamenti: c'è chi ha visto del "complotto" dietro all'incidente monegasco, chi si è sforzato di interpretare in ogni modo possibile certi azzardati tentativi di sorpasso. Gli stessi che all'inizio gli contestavano di essere l'eterno secondo, capace di vincere solo se Hamilton aveva dei problemi tecnici, gli hanno poi contestato di "osare troppo" nel tentativo di prendersi ciò che voleva. Non importa: gesto risolutivo di tutta questa faccenda è la riconciliazione ai piedi del podio... e la capacità innata di non esplodere nell'elenco alfabetico di tutte le parolacce conosciute (in ben 6 lingue diverse) quando la vettura, in quel di Abu Dhabi ha incominciato a perdere colpi. L'anno scorso sentenziavo: "Rosberg - 28 - The best of the rest". Confermo: Rosberg - The best of the rest.
Tutti gli altri:
Lewis Hamilton - 29 - Lewis c'è. 
Al di la di ogni più reseo pronostico, Lewis Hamilton ha portato a termine questo mondiale con il corpo e con la mente. Facendosi rispettare in pista e cercando di porre dei rimedi, anche quando in pista era difficile starci. Tipo all'inizio dell'anno, quando un bel po' di volte in più del paio, la vettura ha dato segni di cedimento. Quando ha dovuto recuperare tutto il recuperabile è riuscito a portare a termine la missione, quando si è trattato di non perdere ciò che avrebbe potuto perdere: miracolo! Ha portato a termine la missione.
Ho sempre creduto nel "talento" naturale dell'inglese, un po' meno alla capacità di tenere a bada le emozioni nei momenti che contano. Questo in passato è risultato evidente in ben più di un occasione: chi l'avrebbe detto che nel frattempo ci ha lavorato su? Se in gara ci fosse stato il Lewis Hamilton di un paio d'anni fa probabilmente sarebbe andato per violette molto prima della bandiera a scacchi e, forse, con un po' di collaborazione esterna, Rosberg ne avrebbe potuto godere. 
Nella sua vita ultimamente sono avvenuti dei cambiamenti: mi pare evidente. Sin da quando ha mandato a stendere il padre. Non è certo più il Lewis Hamilton che si fa beccare alticcio fuori dai locali monegaschi e, pare chiaro guardando come appariva in una foto a caso di 3 o 4 anni fa, che a mutare è stato proprio lo stile di vita: sotto questa vittoria c'è molto più lavoro di quanto appare e, per questo, onore al merito. Poi, però, 29 e non 30 per certi atteggiamenti da prima donna mostrati durante l'anno. Per non essere riuscito a tenere a bada le dichiarazioni affrettate e gli atteggiamenti sconvenienti. Per aver giocato a fare il grande Boss... montando da solo ed in piena autonomia 3\4 della guerra fredda in Mercedes.
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Nico Hulkenberg - 25 - Portiamo rispetto. 
Partiamo da un presupposto: l'anno scorso era da 24: quest'anno merita di salire. Prima di tutto perchè io, nella qualità di titolare del presente blog, non credo di aver ancora capito bene come si scriva il suo cognome e, 9 volte su 10, piazzo una "m" dovre dovrebbe stare una "n"... e non ho ancora adattato i TAG alla faccenda. In seconda battuta: perchè solo che un anno fa era lì lì (unità di mira approssimativa ma che rende l'idea) per andare in Ferrari, poi gli preferirono Raikkonen e, a quanto si narra, la comunicazione dell'ultimo minuto venne fatta tristemente via SMS. In terza battuta, perchè quest'anno, a bordo della sua Scars India ha comunque fatto meglio di Raikkonen: 96 vs 55 pt! E neanche di poco.
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Kimi Raikkonen - 23 - Sento odore di diludendo. 
Germania 2014
55 punti in classifica iridata che, a conti fatti, sono gli stessi 55 portati a casa da Magnussen, e non aggiungo altro. Il concetto di base è che, quest'anno, principalmente non ne ha avuto voglia. Di tanto in tanto ha fatto capire di esserci, di esistere, che sotto quella tuta, da qualche parte, c'è ancora qualche traccia, ancora non dissolta in alcool, del pilota che era un tempo. Lo abbiamo visto coinvolto in duelli mozzafiato, ma della durata di qualche giro, qua e la, quando è capitato. Più che altro a tirato a campare... ha fatto in modo di ottenere così pochi punti per il team che non vincolassero Alonso a starsene in squadra anche il prossimo anno e, il prossimo anno, se gli andrà, ovviamente, porterà in alto la banidera del resuscitatore di cavallini allo sbaraglio.
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Felipe "Pippo" Massa - 20 - 200 GP e non sentirli. 
Brasile 2012
Ogni volta che, per puro caso si sfiori la terza piazza, qua, viene proclamata festa nazionale, come se si trattasse di un Perez o di un Chilton qualsiasi. L'esperienza del pilota in pista da più di un decennio che non si arrende all'abitudine delle piccole gioie. Parliamone: non è che dal 2008 ad oggi abbia rischiato di salire sul podio moltissime volte, di tanto in tanto però è accaduto. Non è che ogni volta sia stata una vittoria epica, ma ci sono stati anche momenti significativi. Poi ci sono i momenti che non sono neanche significativi, che non rappresentano neanche per sbaglio la rivincita del brasiliano dopo l'espulsione dal team del suo cuore, ma che lo hanno portato a piangere. Piangere talmente tanto che sembrava di stare ad una puntata di Amici durante le coreografie di Garrison.
Di tanto in tanto, poi, 200 GP e non sentirli perchè ti combina di quelle pivellate che portano il mondo a domandarsi se sia veramente il caso di mantenere in pista un elemento del genere.
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Daniel Ricciardo - 26 - l'enfant prodige.
Quando vinse la prima gara, si parlò di vittoria del principiante. Eravamo in Canada e, lo sappiamo tutti, in Canada è stato in grado di vincere anche Alesì. Fondamentalmente vinse mentre tutti gli altri si autoeliminavano a vicenda. C'era chi ha avuto problemi alla macchina, chi ha tamponato un po' troppo ed un po' troppi, c'era chi si è perso nel traffico. Mentre gli altri sgomitavano, lui ha oltrepassato la linea del traguardo ed ha vinto: alla faccia di chi gli vuol male. Perchè in Canada tutto può succedere. Poi però vise anche in Ungheria. E vinse anche la gara successiva in Belgio. E lì c'è qualcosa che non va: sarà mica che questo un pochino ci sa fare per davvero? No, perchè, capiamoci, la vittoria di fortuna capita a tutti una volta nella vita. Il doppio colpo di fortuna di essere al posto giusto nel momento giusto, figuriamoci se non può capitare: probabilmente Alonso con questa filosofia di vita ci vinse almeno un paio di mondiali. Poi però è arrivato anche il terzo, ed è stato l'unico ad avercela fatta senza guidare una Mercedes. L'unico: è il mondo che complotta a suo favore o forse siamo noi che non stiamo cogliendo i segnali importanti? Nell'attesa di vedere come si comporterà il prossimo anno, per la prima volta vera prima guida di un Top Team come la Red Bull, non si può dire che non abbia dimostrato di meritarsi questa promozione. Ha fatto capire che in Red Bull hanno fatto benissimo a prepensionare Webber in suo favore: già pronto al punto giusto, prima di farselo fregare da altre squadre.

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