martedì 25 ottobre 2016

Stati Uniti 2016 - Gara

C’era una volta il west. Ci sono oggi altri loschi figuri in grado di mettere in piedi uno spettacolino per il quale io, lo giuro, un pochino di unghie me le sono iniziate a mangiare. Non tanto, e me ne dolgo, soprattutto davanti a quelli che continuano ad insistere che questa formula 1 moderna è noiosa. Amici, il paracadutismo è un’altra cosa, punto primo. Se volete adrenalina a fiotti guardate altrove. La Formula 1, è fatta anche di altro. E’ fatta anche di sottili meccanismo strategici. E’ fatta di equilibri e squilibri. E’ fatta in modo tale che se fosse veramente importante ogni singola gara non avrebbe senso strutturare un campionato su 20 gare e 8 mesi all’anno. Detto questo, ovviamente, sì: la formula 1 moderna è noiosa, ve lo devo dire io?
Domenica mattina (fuso USA) eravamo a questo punto delle nostre vite: 4 gare alla fine del mondiale, Hamilton in pole, Rosberg subito dietro. Rosberg 33 punti di vantaggio su Hamilton. Attaccate al dominio Mercedes le due Red Bull assetate di sangue più che mai. Dietro alle Red Bull, in coda, il meno peggio of the rest, ovvero le ferrari. Raikkonen meglio di Vettel, ma non è che si possa sentire realmente la differenza. Jenson Button arenato in 19esima piazza, i due furbetti della Haas felici come una pasqua di essere negli stati uniti, in teoria la loro patria, in pratica trovami un americano che capisca la differenza tra Formula 1 e Nascar. Si aggiunga che Grosjean disputava il suo 100esimo GP: circostanze del tutto inutile ed indifferente ai più.
Poi si sono spenti i semafori ed incominciata la gara. Hamilton in pole era ed in pole è rimasto. Nessuno gli ha messo i bastoni tra le ruote e, lui stesso, non se li è autoposti. Già mi pare un buon punto di partenza. Rosberg per non rischiare il contatto con Ricciardo, attentatore della seconda piazza, si accoda. Era certo che lo avrebbe ripreso. Prima o poi. Mettiamola così: si è rischiato una strategia gomme che avrebbe potuto fare molti più danni, poi gli è andata bene grazie alla divina provvidenza, ma per un attimo ho temuto seriamente che si sarebbe fatto sfilare quarto.
Uno che in quarta piazza proprio non ci voleva stare era Verstappen, quarto in griglia di partenza, precipitato sesto, recuperato sino alla quarta piazza… fino a quando dai box gli dicono qualcosa sul conservare qualcosa. Metti gomme. O carburante. O neuroni in testa. O lascia gli i grandi si occupino delle loro cose e non ti mettere in mezzo. Insomma: devono sicuramente avergli detto qualcosa di sensato, ma lui non è stato affatto d’accordo ed ha sfornato un altro di quei team radio che ultimamente lo stanno rendendo tanto famoso. Faccia attenzione Alonso che il nano gli vuole togliere anche questo primato. Non sono qui per arrivare quarto. Cafone. Ed il karma lo ha ripagato: gli ha mezzo una vocina nell’orecchio, tipo Giovanna D’Arco, che lo portasse a rientrare ai box, mentre i meccanici, in realtà, erano belli intenti a mangiarsi un panino al salame o qualcosa del genere. Ha perso mille secondi preziosi mentre questi cercavano le gomme e con calma gliele montavano… ma tutto inutile in ogni caso, perchè la vettura poco dopo ha deciso di abbandonarlo definitivamente. Ha rallentato e iniziato a grattare, VerSTOPpen non si è dato per vinto, ha continuato il proprio cammino a 20 km\h per almeno mezzo giro fino a quando non gli hanno sparato alle gomme e lo hanno abbattuto definitivamente. Cosa stava pensando di fare? Altre vocine nelle orecchie? Non è dato a sapersi.
Altri momenti comici sono giunti al sesto rimestamento di strategia di Raikkonen che, di soccombere al volere di Vettel proprio non ci stava pensando. E più gli modificavano a casaccio la strategia di gara, meglio andava rispetto al suo compagno di squadra. Venne quindi la scelta delle SS usate, perchè si sa che mettere delle gomme SuperSoft già usurate dalle qualifiche è sempre una buona mossa a livello strategico. Ma anche in questo caso restava davanti a Vettel: anche nel suo caso è intervenuta quindi la strategia sparategli alle gomme. Ad opera dei meccanici che lo hanno fatto uscire dal box senza avvitargli bene una gomma, obbligandolo a fermarsi nella corsia di uscita dai box… situazione dalla quale è uscito con la massima naturalezza possibile, ingranando la retro e andando a parcheggiare poco più in là. Senza che neanche un meccanico Ferrari apparisse all’orizzonte per toglierlo dall’impaccio. Gli mancava solo il braccio allungato dietro al poggiatesta del passeggero. 
Nel frattempo Hamilton andava a vincere indisturbato e Rosberg gli stava accodato. 
Nota di merito ai due McLaren Boyz, uno partito 19esimo, alla prima curva era già decimo. Ha lottato, superato, sgomitato e, dulcis in fundo, è giunto nono. L'altro, partendo già più avanti se la è cavata meglio, merito soprattutto dell'ultima manciata di giri al fulmicotone, ispirato sulla via di damasco dalla visione di Pippo Massa così vicino. Prima gli ha intimato un Felipe baby, I'm Faster than you, poi lo ha preso a sportellate e lo ha spostato un po' più in là per passare. Tutti e due si sono lamentati moltissimo in team radio, ma inutilmente. A quel punto, galvanizzato dall'essere riuscito (mica troppo bene, ma questo non diteglielo che si offende) a portare a termine un sorpasso, ci riprova anche con Sainz, emettendo strane sonorità moleste a favor di pubblico. Quintolo, ça va sans dire. 

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