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Gran premio di Monte Carlo: Kimi Raikkonen torna in pole position dopo 9 anni
Il colpo di scena più colpo di scena di tutti, anche se il puzzo che si soleva sentire era quello del contentino offerto giusto per evitare che
chiamasse i sindacati. A darci ragione l'esito della gara, conclusasi con una vittoria per Sebastian Vettel, pronto a mettere un ulteriore
piedino avanti in classica iridata senza guardare in faccia a nessuno.
Il vero problema è che a questo giro la faccia alla quale non è stata prestata molta attenzione è quella di Kimi Raikkonen... il che ha
lasciato un po' d'amaro in bocca a tanti. Soprattutto, col senno di poi, per come è finita la stagione. Una vera canagliata di squadra,
due diverse strategie, una per forza di cose migliore dell'altra uscite
dallo stesso box e diretta a due diversi piloti con lo scopo preciso di
avvantaggiare uno a dispetto dell'altro: non è stato semplicemente detto a Kimi di togliersi dai piedi, far
passare e tutto il resto. Gli hanno remato contro dall'alto. Il che è
davvero poco simpatico. Le cose sono andate così e quello che ha lasciato ancor l'amaro in
bocca è che il "dispetto" sia stato fatto a danno di Kimi Raikkonen, che
è ormai il nonno buono dello schieramento, dei cui trionfo eravamo già
tutti pronti a gioire e sarebbe stato veramente un bel momento per lo sport
in generale.
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Gran premio di Monte Carlo: il ritorno di Jenson Button
Nuove generazioni contro vecchie generazioni, l'esperienza contro il
futuro che avanza. Il futuro che avanza e necessita di spazio verso le
vecchie generazioni indisposte a lasciar la poltrona. Potrebbe essere la
storia della nostra vita ma è ciò che è successo al primo giro del gran
premio di Monaco. Che poi è il bello della Formula 1: c'è sempre una
metafora da applicare alla vita reale. Jenson Button partito dalla
pit lane, neanche l'onore di un piazzamento in griglia, per quanto
sfigato che fosse, gli progettano una gara in rimonta: cambio gomme al
giro 1 e via così fino alla fine della gara.
Insieme a Jenson entra ai box anche Wehrlein che, entrando per primo
avrebbe preteso anche di uscire primo, ignorando allegramente le regole
della strada, della pit lane e quelle della vita che impongono rispetto
nei confronti della persone anziane. Gli taglia la strada, sgomita, si
prende una posizione che non gli spettava e pretende di avere la meglio. Una vera lotta generazionale, conclusasi
con il buon senso dell'anziano che, al momento, per evitare il contatto alza il
piede dal pedale ma sa benissimo che la vendetta è un piatto da servire freddo. Mica per niente prima della fine della gara lo metterà in castigo con la faccia contro al muro. Per questo epico gesto verrà anche sanzionato con tre posizioni di arretramento in una griglia che non si comporrà mai. Ben fatto.
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Gran premio d'Azerbaigian: Stroll a podio
Tutto è incominciato con un gran smaterializzarsi di piloti nelle prime posizioni e alla
fine quello che è andato ad accadere ha dell'incredibile e l'incredibile
si è materializzato sotto i nostri occhi. Uno che fino al giorno prima aveva
persino difficoltà a partire senza schiantarsi contro niente e nessuno, non solo è giunto fino alla fine della gara ma è pure arrivato a
podio. La sua presenza sul terzo gradino non è nient'altro che l'emblema della follia di
questa gara ufficialmente candidata tra le mie preferite della stagione.
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Gran premio d'Azerbaigian: braccio di ferro tra Vettel e Hamilton
Inevitabilmente il gesto
sportivo dell'anno. Ciò di cui parleremo per i prossimi anni, quelli che
racconteremo ai nostri nipoti del tipo: "io me lo ricordo quando è successo...". I fatti sono piuttosto chiari e si sono svolti davanti agli occhi di tutti: siamo dietro la safety car, Vettel tampona Hamilton,
poi lo affianca, lo manda al diavolo e gli da un colpo con la vettura,
poi torna ad accodarsi.
Ipotizzando per un solo istante che Vettel abbia avuto l'impressione che
Hamilton abbia rallentato eccessivamente (teoria smontata
successivamente dalle telemetrie della vettura che non riportano alcuna
frenata ed alcun rallentamento), capisco che gli sia finito dentro e che
lo abbia voluto mandare al diavolo. Ma quella storia dell'affiancarlo e
andargli addosso? Ma neanche in tangenziale all'ora di punta.
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Gran premio di Ungheria: sorte e malasorte
I fatti che hanno dato vita al gran premio di Ungheria hanno chiarito un sacco di questioni lasciate in sospeso. E' infatti fatto notorio che la presenza di Marchionne al box Ferrari non sia mai di buon auspicio. L'equivalente di Marchionne al box Ferrari è la presenza del padre di Hamilton al suo cospetto. Quanto accaduto in Ungheria rimette tutto nella giusta scala dei valori: c'è Marchionne ai box
Ferrari, Vettel rompe lo sterzo ed è costretto a guidare per metà gara con il volante
piegato di 45° nella speranza che non si frantumi del tutto,
Hamilton però ha il padre accordo a fargli visita, quindi Vettel vince la gara tenendosi pure
dietro Raikkonen.
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Gran premio di Ungheria: Hamilton restituisce la posizione a Bottas
Uno dei fatti che hanno caratterizzato il campionato di quest'anno è la deriva zen di Lewis Hamilton. Dopo il ritiro di Rosberg è stata fortemente necessaria una svolta, un cambio di registro all'interno del team, l'instaurazione di un rapporto di galanteria almeno apparente che facesse sembrare la squadra unita ed affiatata. Hamilton: esci da questo corpo! Esci da questo corpo! Siamo addirittura arrivati al
punto di trovarlo, alla vigilia del gran premio, a passeggiare insieme a
Roscoe scattandosi selfie con "il suo migliore amico". Ridateci Justin
Bieber! Ridateci Rihanna e i balli in mutande al carnevale alle
Barbados! Ridateci anche la Pussycat Doll se necessario!
Nel tentantivo di recuperare qualche punto su Vettel e le Ferrari in generale, circa a metà gara viene dato l'ordine a Bottas (più tappo che mai) di lasciar passare Hamilton, dietro di sè, con la promessa che, se non fosse riuscito a prendere Raikkonen, gliela avrebbe restituita. Nel momento stesso in cui questa promessa è stata pronunciata non ho idea di quante persone erano certe che sarebbe stata mantenuta, ma dico proprio dallo stesso muretto. Bottas, tuttavia, seconda guida da contratto, accetta e lascia passare. La restituzione non è immediata, sia chiaro, si erano detti 5 giri, che sono stato prorogati con altri 5 giri ed allungati ancora di qualche altro giro... nel frattempo Bottas aveva accumulato alle spalle di Hamilton un ritardo imbarazzante, per restituirgli la posizione si è dovuto rallentare un bel po', Bottasa avrebbe almeno potuto collaborare, ma probabilmente ricorderemo per sempre questa è deriva zen di Hamilton figlia della miglior crisi di mezza età: in quel momento ha detto
di voler fare le cose nel modo giusto ed il karma lo ha ripagato.
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Gran premio del Belgio - Force India vs Force India
"Perez ha provato ad ammazzarmi due volte", ha tuonato Ocon subito dopo
la gara. A calmare le acque sono sopraggiunti i buoni vecchi PR manager
che, dall'alto della loro pacatezza e professionalità hanno fatto in
modo che uno (Perez) mettesse in rete due video nei quali esprimeva -
con l'espressione da cane bastonato e i tipici occhioni del gatto con
gli stivali - il suo punto di vista sugli incidenti. Ocon ha replicato
con un post che - seriamente - non sembrava neanche scritto dalla stessa
persona, ma confermava di essersi chiarito con il compagno di squadra e
con il Team ed essere pronto ad andare avanti... ed hanno ricominciato
alla grande a far finta di essere amici.
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Gran premio di Singapore: la grande partenza
In prima fila Vettel e Verstappen: un week end
partito sull'anomalo, le RedBull che sorprendentemente sono andate
meglio di tante altre sin dalle prove libere, le Mercedes che
arrancavano un po', le Ferrari non ancora convinte di voler davvero dare
il loro meglio. In qualifica Vettel si è gasato e ha battuto tutti: dietro di lui le Red Bull, poi con calma Raikkonen. Maluccio le Mercedes costrette ad accodarsi al gruppetto di testa.
La domenica ci ha accolto sotto ad un simpatico scroscio di pioggia, una
cosa che avrebbe potuto tranquillamente far posticipare l'inizio della
gara ma, a quanto pare, al di fuori del terreno dell'Unione Europea
siamo un po' tutti meno suscettibili. La gara parte comunque, sotto
l'acqua e senza SC in pista... e per alcuni finisce una curva dopo.
Raikkonen dalla seconda fila tenta di fare un passo più lungo della
gamba, Verstappen spererebbe di non farsi fregare da nessuno, Vettel
mira a non farsi fregare la pole position dal nano. Peccato che queste
tre traiettorie mirino tutte esattamente allo stesso punto e l'impatto è
inevitabile e devastante: Verstappen e Raikkonen muoiono sul colpo,
Vettel rantola un po' più in là, poi inciampa sulle sue stesse stringhe e
sfracella metà vettura contro una barriera protettiva e percorre metà
pista in retromarcia prima di fermarsi.
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Gran premio di Malesia: traguardi burrascosi ed autostop
Il codice civile sostiene che, in caso di scontro tra veicoli - che non
seguono la guida di rotaie - ciascuno dei conducenti abbia concorso
ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. Sia chiaro: è
solo una presunzione. Però Vettel è finito con una gomma sul bauletto,
ed è tornato a casa a cavalcioni di Wehrlein che, potendo scegliere, io
avrei chiesto un passaggio a qualcun'altro. Nota buffa ed amara della situazione: tutto questo è successo dopo la bandiera a scacchi, dopo la fine della gara, quando l'unico interesse che dovresti avere sarebbe quello di tornartene ai box e farti una doccia, salvo essere sul podio e dover bere dalla scarpa di Ricciardo. Vettel guardava le stelle, Stroll improvvisava traiettorie a casaccio, giusto per festeggiare l'essere arrivato sano e salvo al traguardo... e si è dovuto smentire subito. Va bene concludere la gara ma davvero non portare a casa neanche un pezzo di guard rail?
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Gran premio del Messico: the best of all
Tre vetture, tutte e tre impazienti di essere in vetta a tutte le altre
sin dalla prima curva: un Hamilton al quale sarebbe bastato arrivare a
traguardo per essere felice, un Verstappen che deve sgomitare alla
partenza per contratto, un Vettel che doveva ancora tenere in piedi
quella pantomima mai risolta del titolo mondiale che doveva ancora
essere in ballo. Insomma: cose a cui non credeva nessuno, ma è chiaro,
già in questi pochi anni di carriera di Verstappen, che è nato per
combinare scompiglio nelle ultime gare del mondiale, quando dovrebbe
starsene zitto e muto e lasciare che i contendenti al titolo se la
vedano tra di loro... ed invece no. Con la sola differenza che qua non
c'era niente da contendersi: Hamilton poteva anche non avere ancora il
titolo in tasca con certezza matematica ma, a quella condizione di
punteggio, l'unico modo per rischiare di perderlo era rompersi una gamba
ed essere costretto a letto per un mese. Ed anche il quel caso Vettel
non avrebbe avuto vita facile per recuperare il distacco. Si sarebbe
potuto evitare quel contatto? Sì. Avrebbe cambiato qualcosa? No. Alla
fin dei conti è andata bene per tutti in questo modo ed è stata una delle gare più fighe viste dall'inizio della stagione.
Un grande botto all'inizio, i due contendenti al titolo che tornano ai box con le pive nel sacco, che tornano in pista in ultima posizione con un decennio di ritardo su tutti gli altri ed iniziano a risalire la corrente come una carpa il fiume. Tutto questo è stato meraviglioso. Vettel che ci riesce un po' prima ed un po' meglio di Hamilton. Hamilton che fatica, chiaramente ha qualcosa che non va nella vettura, chiaramente dal contatto è quello che ne è uscito peggio, chiaramente è quello a cui non interessa niente rimontare: chiaramente è quello che si porta a casa il titolo anche arrivando ultimo. Poi c'è Vettel, al quale può interessare guadagnare piazza dopo piazza, perchè la matematica dice una cosa sola: se arriva secondo il mondiale non si sarebbe chiuso definitivamente. E' stata divertente, è stata combattuta, è stata una gara che finalmente ha dato un senso a questa strana infame passione di piazzarci tutte le domeniche a guardar granpremi.
Un grande botto all'inizio, i due contendenti al titolo che tornano ai box con le pive nel sacco, che tornano in pista in ultima posizione con un decennio di ritardo su tutti gli altri ed iniziano a risalire la corrente come una carpa il fiume. Tutto questo è stato meraviglioso. Vettel che ci riesce un po' prima ed un po' meglio di Hamilton. Hamilton che fatica, chiaramente ha qualcosa che non va nella vettura, chiaramente dal contatto è quello che ne è uscito peggio, chiaramente è quello a cui non interessa niente rimontare: chiaramente è quello che si porta a casa il titolo anche arrivando ultimo. Poi c'è Vettel, al quale può interessare guadagnare piazza dopo piazza, perchè la matematica dice una cosa sola: se arriva secondo il mondiale non si sarebbe chiuso definitivamente. E' stata divertente, è stata combattuta, è stata una gara che finalmente ha dato un senso a questa strana infame passione di piazzarci tutte le domeniche a guardar granpremi.
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