martedì 4 febbraio 2014

2014 - Force India

Capisco che il nero stia bene su tutto... ma qui si sta incominciando ad esagerare. Tendenza 2014: piazzare un po' di nero dove meno te lo aspetti. Lo hanno fatto in Ferrari dove, teoricamente, anche le mutande dovrebbero essere rosse. Lo hanno fatto anche in force india... dove il tradizionale tricolore bianco, rosso ed arancione avrebbe dovuto rappresentare la bandiera nazionale e deve pare che a questo giro se ne siano un po' fregati. Un po' tanto visto che mezza vettura è uscita male. Completamente nere anche le gambe della tuta dei piloti. Sarà un po' come ai bambini: non li si veste di bianco per evitare che si sporchino. Anche in questo caso si sarà optato per una scelta ecologista: pur di risparmiare non lavano neanche le tute tra un week end e l'altro.
Sulla griglia di partenza:
- Nico Hulkemberg - Numero 27. Finirà che nella vita dovrò ridurmi a tifare Hulkemberg: me lo sento. A parte il fatto che nutro una tendenziale simpatia per tutti quelli che sono nati nel 1987, così, senza un vero perchè. Aggiungo che il 27 è il mio numero preferito. Aggiungo che probabilmente simpatizzo per Hulkemberg sin dai tempi di Brasile 2010, quando ancora ero convinta che Hamilton si scrivesse con due "m".
Tornato in Force India dopo una fuga di casa (in Suber) durata un anno: quest'anno spera probabilmente si riuscire a compiere il grande passo che da fin troppo tempo gli viene sventolato sotto il naso. Il tutto, possibilmente, prima che si riesca a bruciargli la carriera completamente, modello Rosberg. 
- Sergio Perez - Numero 11. Dopo aver esordito in Formula 1 nel 2011, un anno fa stava cedendo la propria Sauber a Nico Hulkemberg, in favore di un ben più ambito posto in McLaren. Fato volle che proprio nella stagione 2013 in McLaren si è registrato uno di quei tracolli sportivi che, più che tracolli, si è soliti chiamarle figure di merda. Lui, poverino, ha cercato di fare un po' quello che poteva: è partito arrembante, ha messo la testa a posto dopo che il grande saggio Button gli ha fatto notare di essere alto almeno 15 cm più di lui e avrebbe potuto rimetterlo al suo posto in qualunque momento, alla fine si è reso conto che tanto mansuetismo non aveva pagato quando al suo posto è stato assunto uno più biondo e più giovane di lui: così vanno le cose Checo.

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