lunedì 24 giugno 2013

Dopotutto, domani è un altro giorno - Campionato costruttori

Quello con il domani è un altro giorno nasce per essere un appuntamento annuale con cui premiare l'eroe che, prodezza dopo prodezza, ha tenuto alto il livello del campionato appena concluso. Nella storia di questo (e dell'altro) blog si ricordano quali piloti già premiati:
- per l'anno 2011 - Lewis Hamilton
- per l'anno 2012 - Romain Grosjean
- sempre per l'anno 2012 - Michael Schumacher - premio alla carriera
Per quest'anno la sfida pare essere più aperta che mai. Da Silverstone in poi mi pare che ci sia già un bel gruzzoletto di piloti che sgomiterà per confermare l'ambito premio. C'è Massa con la sua irrefrenabile passione per muri, muretti e barriere di protezione. C'è Maldonado e i suoi colpi di sonno improvvisi. C'è Perez affetto dalla sintrome di Speedy Gonzales che punta alle caviglie... e pian pianino mi sembra voler riemergere pure il buon Grosjean. 
I tempi mi sembrano pertanto abbastanza maturi per far partire il campionato parallelo:

Domani è un altro giorno - Costruttori

Ebbene sì, non se ne può più fare a meno ed i team sono avvisati: a dicembre, chi sarà il primo, storico, vincitore del premio?
Mi pare il caso di avvisare tutti i Team perchè una grande e prepotente squadra ha già fatto passi da gigante in ottica mondiale: la McLaren. Sul perchè non ci sarebbe neanche da spenderci troppe parole. Ma andiamo per ordine.
Tutto incominciò quando presentarono la vettura, non c'era di Hamilton ma il giovane Perez. La macchina sembrava esattamente quella dell'anno scorso, leggermente lucidata, ma cercarono di rasserenare tutti: non c'è da preoccuparsi, il vestito non fa il monaco. L'aspetto nasconde un potenziale meccanico tutto nuovo che vi stupirà. Arrivarono le prime prove libere spagnole e Button dimostrò fin dal primo giorno di poter fare il miglior tempo: le campane che suonarono vittoria ci rimbombano ancora nelle orecchie. Neanche fossero quelle Ferrari, per dire. Venne il giorno che realizzarono che il tempaccio era dovuto ad un guasto meccanico: un pezzo montato male... ma perchè non lasciarlo montato male? 
Da quel momento tutto quello che è potuto andare male è andato tranquillamente malissimo. Ormai sono state affrontate tutte le tipologie di piste: lente \ veloci \ tecniche \ storiche ed anche nuove. Sono stati mandati in pista tutti gli assetti possibili immaginabili: un pilota esperto, uno giovane ed arrembante, con diverse strategie di gara, studiate da diversi ingegneri, a volte partiti addirittura con gomme diverse... ma il risultato non cambia mai. Il fatto che i due si siano trovati così frequentemente fianco a fianco (per usare un eufemismo) mi sembra la prova definitiva: ciò che non funziona non è il pilota, non sono le gomme, non è la strategia, è proprio la macchina. E quando anche la macchina non franerebbe del tutto ci pensano loro ex officio.
Venne prima di tutto l'Australia dove Jenson, dopo uno spunto vagamente interessante, si ritrova nelle retrovie e da lì non vide più la luce. 
Seguì la Malesia, dove le cose andarono nuovamente male ai box per Button: sono riusciti a mancargli il Pit Stop lo hanno riportato indietro a braccia e, alla fine, si ritira prima della bandiera a scacchi.
In Cina almeno Button portò a casa qualche punticino... nulla che fece realmente la differenza. In ogni caso arrivò quinto e ne andò fiero. Perez 11° dopo una gara inutile.
In Bahrain incominciano i primi screzi tra i piloti. Più volte la foga di Sergio arriva a vedere da vicino le scrittine poste sull'ala mobile di Button. Il piccolo di casa a momenti fa danno arrivando al contatto, i genitori, come nelle più classiche delle situazioni, fanno leva sul buon senso del maggiore e lo richiamano per cambiare le gomme per la 350° volta in gara. Cosa che se avessero accettato semplicemente di stare l'uno davanti all'altro magari avrebbero tratto entrambi maggior giovamento. E per giovamento intendo punti.
A Barcellona, a prescindere dal diverso numero di soste, dalla diversità delle strategie, dalla diversità di approccio che ogni pilota pone sulla pista, non c'è stato niente da fare: i due meschinetti targati McLaren tornavano sempre ad appaiarsi. A salvarli dalla rissa un bell'ordine di scuderia vecchia scuola. E 'mo basta!
A Monaco Perez è parso assolutamente non soddisfatto della volta, già presente nella sua (seppur breve) carriera, in cui si è compattato a muro ottenendo un precauzionale soggiorno all'ospedale. L'idea pareva essere quella di mettersi contro tutto e tutti: Jenson, Raikkonen, Alonso... la sua gara si è conclusa a pochi giri dalla fine contro il suddetto muro ma, per fortuna, niente di grave. L'appuntamento con la mela cotta dell'ospedale monegasco è rinviato al prossimo anno.
Poi arrivò il Canada e... vabbè! Ma che il Canada conta veramente?

Nessun commento:

Posta un commento