martedì 17 settembre 2013

McLaren 50

Pensavate che per festeggiare in allegria il 50° compleanno di casa McLaren non poteva essere già accaduto niente di peggio dell'aver dato ai piloti una machina demmerda? Sbagliato! Ai piloti è stato dato anche un cappello demmerda con il quale vergognarsi davanti a tutti gli altri compagni di classe vestiti bene. Bene... quantomeno decentemente.
Spacciato come un accessorio assolutamente all'ultimo grido che tutti non possono che desiderare ardentemente quale segno distintivo di questi gloriosissimi 50 anni di storia, pare piuttosto chiaro che, a conti fatti, non sia andata proprio così.
Pare, infatti, chiaro che Button, campione del mondo 2009 ed arruolato in forza alla casa inglese dopo tale successo, abbia preso maluccio l'idea di esser finito tanto in basso a soli quattro anni di distanza. Che abbia bevuto almeno un altro paio di bicchieri prima di apparire in pubblico appare evidente da questa foto ed anche dallo sguardo sorpreso ma incredulo del povero Perez, abiutuato alla flemma tipicamente inglese e composta del fratello maggiore. 
Martin Whitmarsh, in qualità di capo supremo di tutta la baracca, ovviamente, si è arrogato il diritto di dimenticare (casualmente) il suo da qualche parte. Tipo sul comodino. O al bar. O nel bagno dell'autogrill. 
Diveramente Perez, in qualità di fratello ovviamente minore, vittima sacrificale, ed ultima ruota del carro in un mondo in cui le gomme sono Pirelli, indossa il berretto e tace. Che è meglio. 
Chi è quello che se la passa meglio di tutti? Hamilton, what else!? Invitato alla preziosa cerimonia insieme a tutti gli altri che, nel bene o nel male hanno preso parte alla storia del marchio, tranne Raikkonen (del quale si racconta avere espressamente per contratto con la Lotus una clausola che gli vieti di bere fino alla conclusione di ogni GP) pare aver incassato benissimo il colpo. Oltre ad essersi portato il caffè da casa, il segno di disprezzo per quello che lo circonda appare chiarissimo anche nell'espressione con la quale chiede all'ex compagno di squadra che cosa diavolo si sia letteralmente messo in testa. De La Rosa evidentemente acconsente ma finge indifferenza.

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