domenica 22 settembre 2013

Singapore 2013 - Qualifiche

Per quanto la gara della notturna di Singapore, al di la della grande poesia posta dietro alle luci soffuse ed al tramonto posto dietro le monoposto, non abbia mai impressionato per i grandi effetti speciali o per la peculiarità del circuito (a meno che l'essere particolrmente noioso non possa essere imputato tra le peculiarità), per questa occasione mi sento in vena di dedicare alla questione un maggiore approfondimento già a partire dalle qualifiche. 
Su chi sia, alla fine dei giochi, arrivato il pole è inutile da tenere quale segreto: Vettel! Come c'è arrivato è cosa da affrontrare a breve. 
- Prima di tutto la questione Raikkonen. Fin dal primo pomeriggio qualche indiscrezione sulle sue condizioni di salute: un mal di schiena fuori controllo stava mettendo in pericolo le qualifiche. Per un attimo è parso quasi che non potesse neanche scendere in pista... alla fine è andato ma la lotta per la pole è finita presto. E' finita in Q2, probabilmente per il mal di schiena che non gli ha permesso di dare il meglio di se, mandando così avanti gente tipo Gutierrez (che della Q3 non conosceva neanche l'esistenza, tanto da trovarsi così impreparato davanti all'evenienza da essere rimasto al palo) o tipo Grosjean (piazzatosi ben terzo, facendomi sperare bene per la partenza di domani). Una volta sceso dalla vettura, prima di concedersi ai giornalisti, l'uomo di ghiacchio (ma non per questo immune dalla lombalgia tipica di chi ha una certa età) ha fatto un passo dal camerino per un cambio d'abito degno di una vera prima donna. Primo uomo. Primo pilota. Insomma... non lo so. Quegli infradito mi hanno mandato in confusione. 
- Le azzardate strategie RedBull. Sicuri e spocchiosi come non mai, in RedBull hanno ormai marcatamente assunto le vesti dei pungolatori altrui. Così, giusto per stare sul sicuro. Un po' come la luce lampeggiante di Monza. Qui si parla di essere entrati in pista subito dopo il semaforo verde della Q3, aver fatto, così, a freddo, un giro da record, essere scesi della macchina ed essersi spogliati degli inutili gingilli a qualcosa tipo 3 minuti dalla fine. Cosa che Alonso, in quello stesso momento, stava ancora scaldando le gomme a momenti. Una leggerissima mancanza di tranquillità a dir la verità ad un certo punto è pure emersa sul viso del pilota rimasto, forse per la prima volta in vita sua, a guardare la Formula1 in televisione. Che poi... se nel primo minuto della tua vita arrivi già a mangiarti le unghie, figurati come siamo messi noi!
- Mi tocca compiere anche un rapido passo indietro in materia di Jenson Button, rimangiandomi quanto detto, con sfiducia e scetticismo, non più di qualche ora fa quando, criticando un suo certo ottimismo immotivato, temevo che questo eterno posticipare la sua riconferma significasse una volontà del team inglese di accompagnarlo gentilmente alla porta. La conferma viene direttamente dalle sue labbra, ed è avvenuta poche ore fa, l'accordo per il 2014 c'è. Se c'è anche per il 2015 a noi non è dato sapere... fatto certo che è venuto ulteriormente alla luce è l'elemento del contendere tra team e pilota: la durata di tale rinnovo. Se il team intendeva procedere per un solo ulteriore anno, il pilota insisteva per almeno due, in ottica di motori turbo di prossima introduzione. Chi l'avrà spuntata?
- Ferrari&C. Stavo quasi dimenticando di precisare l'esito della strategia RedBull volta al massacro (altrui). Bene! Alonso 7°. Questo non mi permette di utilizzare il termine quintolo, almeno per oggi, ma posso provare a farmene una ragione. Massa 6°, che non sarà un granchè, magari una questione di pochi decimi, ma deve essere stata una gran soddisfazione. Punto.

Nessun commento:

Posta un commento