Tutta
questa faccenda della rivalità tra Rosberg e Hamilton non è affatto un
fulmine a ciel sereno. Forse l'unico che non ci credeva era lo stesso
Hamilton che, fino a qualche settimana fa, si prodigava in bellissime e
lungimiranti parole sul valore dell'amicizia che lo lega a Nico da 10
anni a questa parte. Noi però avevamo capito tutto: i due sarebbero
finiti a prendersi a schiaffi. Forse è per questo che il mondo ama
Hamilton: gli sportivi devono essere un po' così, un po' sporchi, un po'
scorretti, un po' dannati nell'animo.
No, perchè, ne caso non lo si
fosse capito, anche Senna, che oggi tutti osannano, aveva i suoi lati
negativi. Non era certo quello stinco di santo che solo la morte
prematura in circostanze drammatiche è riuscita a rappresentarci. Un po'
come Schumacher, grande campione, non morto ma quasi, che all'epoca dei suoi grandi successi... ma soprattutto dei successi che si è
bruciato per troppa arroganza... non era certo l'anima della festa. Ma
tutti tifavano comunque per lui. Ah, ora dirò una cosa scontata e banale
che andrà contro ad ogni cosa che è stata detta, scritta, pensata o
raffigurata negli ultimi 20 anni: anche a Senna puzzavano i piedi.
Contateci.
Prima di tutti fu l'anno degli scazzi con Alonso... ma lì non è
che ci fosse dietro una grande amicizia. Era il 2007, Alonso arrivava in
McLaren da campione del mondo neo eletto e si ritrovò tra i piedi un
ragazzetto, ultimo degli arrivati, ma che era cresciuto a pane e McLaren
nei 10 anni precedenti e che pretendeva di vincere più di lui. I due
giocarono a chi aveva la testa più dura e vinse Raikkonen. Vogliamo
metterla che in quell'occasione non fu colpa sua? Sì, diciamolo pure ma
ebbe modo di imparare dal maestro. A sette anni di distanza si scattano
selfie tra di loro ma son certa che tornerebbero a prendersi per i
capelli da un momento all'altro se solo ne avessero l'occasione.
Vennero gli anni di Button, che ancora si ostina a non volerlo
seguire su Twitter ed infine, lamentoso come un impiegato mobizzato
qualunque, fece armi e bagagli e si trasferì in Mercedes dove, a suo
dire, l'ambiente sarebbe stato molto meno ostile. Tutti gli vogliono
bene, tutti lo amano, tutti lo coccolano come se fossero riusciti a
accaparrarsi alla grande lotteria la gallina dalle uova d'oro. Lui è una
gallina dalle uova d'oro e lo sa. Non è uno di quei piloti
particolarmente propensi alla grande tecnica, alla grande precisione,
alle grandi strategie. E' uno che va più ad istinto, ad impulsi, a
talento natutale che in molti invidiano... tranne quando non riesce a
tenerlo sotto controllo. E' il grave difetto di chi vive di solo
istinto: non è in grado di controllarlo. Nelle menti qualche immagine:
brasile 2007... ma anche brasile 2008. Anche in quell'occasione alla
fine andò bene ma non certo per merito suo. Massa ricorderà quel giorno
per il resto della vita. Ed anche Glock.
Chi non è d'accordo? Rosberg, anche lui fan della grande amicizia,
della grande competitività, della grande occasione. Pretende di non
essere lì solo per partecipare e ci sta riuscendo. Vinse la prima gara e
si disse che fu solo perchè ad Hamilton implose la vettura. Da quel
giorno davanti a lui la prospettiva di essere un Barrichello qualsiasi.
Dopo Barcellona dichiarò di non voler cedere alla pressione psicologica
di Lewis ed improvvisamente giocò l'unica carta che sa essere vincente
sul compagno di squadra: la psicologia. Purtroppo gli anni d'esperienza
parlano chiaro. Quello che sicuramente in molti non si aspettavano è che
ci riuscisse veramente. Si può dire che Rosberg sia stato sottovalutato
da molti? Si può dire anche che a Montecarlo ha anche dimostrato, forse
per la prima volta, di essere pronto ad uscire dal mucchio e a dire
qualcosa. Dalla sua, forse, non avrà lo stesso talento del compagno, non
avrà neanche lo stesso sangue caldo, ma ha l'esperienza, la precisione,
la calma ed il bagaglio culturale paterno.
Hamilton non ci sta! L'amicizia è bella ma finchè a vincere e lui
ed è lui ad avere il sostegno dell'altro. Se l'altro vuole la sua fetta
di torta i problemi si fanno più grossi. Prima ha lamentato di essere a
Monaco e che i sorpassi sono difficili per antonomasia. Io farei
presente che non si sono mai visti tanti sorpassi a Monaco come
quest'anno. Basta vedere quel che è riuscito a fare Raikkonen. Le
occasioni sulla carta non sono mancate. Le SC entrate numerose volte in
pista sono un esempio. Così come l'ordine imperativo giunto a Nico dal
muretto di rallentare prima di esaurire il carburante. A quel punto ha
dato tutta la colpa ad un non si sa bene che cosa fatalmente entrato
nell'occhio al quale tutti ancora fingiamo di credere, anche se dentro a
quel casco dalle mille visiere non entrerebbe neanche un acaro ed anche
se, una volta tolto il casco, non è andato, neanche d'istinto a
pulirselo.
Nessun commento:
Posta un commento