martedì 15 dicembre 2015

Domani è un altro giorno - 2015 Edition

Domani è un altro giorno è l'appuntamento dalla cadenza annuale volta a premiare (con il mio personale riconoscimento) l'eroe della stagione. Colui che ha lasciato il segno, non solo nella storia della massima serie dell'automobilismo, ma anche e soprattutto sulla fiancata di quelli che lo circondano, sui muretti o sui guard rail. Insomma, coloro che hanno lasciato una traccia indelebile del proprio passaggio.
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 Per la categoria:


1. Fernando Alonso... un uomo sull'orlo della crisi di nervi;
2. Nico Rosberg... al quale non gli è rimasto altro che sperare che Lewis si ritiri presto dalle scene;
3. Pastor Maldonado... per la sua quotidiana lotta con la bandiera a scacchi.
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And the winner is...
Fernando Alonso
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Quello che sto per scrivere è probabilmente il post più difficile di sempre... ma lo faccio comunque. Perchè il mio è un lavoro difficile, fatto solo per persone coraggiose e quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Credo che quello che mi leghi ad Alonso sia un filo di antipatia che ha inizio nella notte dei tempi. Forse mi è sempre stato antipatico, forse l'ho scoperto solo nel momento in cui questo ha messo piede in Formula 1, magari quando ha incominciato a vincere qualcosa, sicuramente quando ha incominciato a fare lo sbruffone in giro. Ovvero da sempre, perchè Fernando Alonso è così: o è sbruffone o non è niente. E nella vita ha avuto culo, tanto culo: per dirla in termini tecnici. E più aveva colpi di fortuna, più mi stava antipatico. E sono tanti, mille o forse più gli aneddoti di quei primi anni di carriera che mi hanno portato, inevitabilmente, ad inquadrarlo nella lista degli antipatici, iscriverlo nel mio quaderno nero dei cattivi delle storie, ma non siamo qui a parlare di questo. Siamo qui per un altra ragione: perchè dopo anni di costante fortuna, di costanti bette di culo a ripetizione, qualcosa è andato storto: qualcosa lo ha abbandonato, qualcuno gli ha girato le spalle e se ne è andato e ciò al quale abbiamo appena assistito è stata la stagione più disgraziata, frustrante e divertente che la Formula 1 moderna mi avesse regalato negli ultimi 15 anni. Siamo seri: con Alonso in queste condizioni io, personalmente, quasi ho perso il mio ruolo: davanti ad ogni gran premio non sapevo più cosa fare, non sapevo più a chi guardare. Perchè io ho sempre trovato più gusto a tifare contro qualcuno che a favore di qualcun altro: sono un tipetto strano. Se da un lato tutta la gioia della domenica mi è stata tolta, è altrettanto vero che Fernando ci ha messo terribilmente del suo per intrattenere il pubblico. Siamo tutti consci del fatto che tra i vincitori (Mercedes) ed i vinti (Ferrari) nelle prime file non è che ci si aspettasse qualcosa di sorprendente: questa stagione avrebbe assunto un carattere realmente, veramente, meno avvincente se non fossimo rimasti tutti in attesa della sparata quotidiana con la quale Fernando, dalle ultime file, ci avrebbe intrattenuto. Andrò qui di seguito ad illustrare gli ultimi 9 mesi del capione asturiano per dimostrare come lui, più di tanti altri, possa trovare giovamento nella circostanza che dopotutto, domani è un altro giorno.
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Nel suo caso specifico, tutto ebbe inizio in occasione della terza sessione di test, in suo onore ribattezzati, inFernali. Era a Barcellona, a bordo di una vettura che già stava dimostrando di non essere proprio adatta a segnare la Nuova Era della Formula 1, cosa di cui gli tilloni pubblicitari si stavano bullando da tempo. Ad una curva all'improvviso perde il controllo della sua vettura, non ne è mai uscito con le sue gambe ed i complottisti hanno incominciato a tirare fuori le peggiori teorie. Situazioni che oscillavano tra "è morto" e "sta facendo finta per percularvi meglio". Le teorie meglio accreditate a mesi di distanza vogliono che effettivamente ci sia stato un problema alla vettura, forse una scossa elettrica, certamente una commozione celebrale. Tra le vicende più simpatiche, di cui non avremo mai conferma, per settimane si è discusso di una amnesia relativa agli ultimi 15 di vita. Tra chiacchiere, barzellette ed altre amenità siamo quindi giunti al
- gran premio di Australia, al quale però non ha preso parte. Perchè i medici ancora gli sconsigliavano di salire in macchina non essendo molto sicuro a così poca distanza dall'incidente. In questo modo ha avuto tutto il tempo per gustarsi dalla TV lo spettacolo di Vettel che a bordo della sua ex vettura raggiungeva il podio e lo scempio della McLaren: Magnussen non è neanche riuscito a partire, Button disperso chissà dove.
- una volta in Malesia il suo gran debutto a bordo della ritrovata McLaren è durato meno di metà gara: male alla partenza dall'ultima fila, leggera illusione dopo qualche sorpasso inaspettato, tragico epilogo al giro n. 22: poi convocato ai box. Problemi alla vettura, gara terminata in anticipo. In sostanza ha trascorso più tempo a negare di aver avuto seri problemi fisici e a ricamare su tutta la faccenda dell'amnesia che a guidare. Ed in quel momento Vettel vinceva la gara. La sorte non poteva dirgli niente di peggio di così.
- Arrivato in Cina riesce a litigare persino con Sky Sport. Tutto ha avuto inizio con un intervista di Alonso, rilasciata non so dove, non so quando, probabilmente ai quattro venti. Il concetto di base era il seguente: in Ferrari è giunto 3 volte in seconda posizione a fine mondiale, ripetere l'esperienza per la quarta volta non gli interessa: solo se alla fine dell'anno Vettel riuscirà a battere le Mercedes potrà incominciare a pensare di aver fatto un errore di valutazione. Il che, è duro da ammetterlo per me, aveva davvero un senso. Paola Saluzzi non ci sta: da sfegatata tifosa ferrarista, rossa più dei capelli che ha in testa, ha ritenuto di dover esprimere tutto quello che le passava per la testa. In soli 140 caratteri ha riunito: un allusione alla recente amnesia, un lieve riferimento al carattere demmerda che ha sempre caratterizzato il pilota, ed una sfilza di insulti sotto forma di hashtag. #Pezzodiimbecille. Ed anche in questo caso, mi suona strano ammetterlo, mi sento quasi di darle ragione. Poi però arriva il catfight più bello della stagione, il colpo della diva, la presa di posizione dell'anno: Alonso si rifiuta di parlare con Sky, rilascaire interviste o rivolgere la parola a qualcunque rappresentante di Sky Sport Italia per tutto il week end. Nello stesso tempo in Ferrari team radio per Kimi Raikkonen: get these 2 cars out of the way! Risposta: Fernando Alonso will be a blue flag.
- Bahrain: 11esimo e doppiato. Termina così la trasferta orientale di inizio stagione: necessario fare i bagagli in fretta per rientrare in Europa, dove le cose iniziano a farsi serie. 
- in Spagna, per il suo gran premio di casa, ha trovato il modo di far parlare tutti di sè: indossare un paio d'occhiali neri. Mentre il mondo si interroga se sia segno di lutto per la sua carriera, lui rivela: è congiuntivite! Parole forti. In gara, ad un certo punto, per uno strano gioco dei pit stop, era scivolato addirittura in zona punti. Persino io ero quasi giunta al punto di pensare che quella sarebbe potuta essere per lui la volta buona che portasse a casa qualcosa... invece no. Ma sono triste solo di aver avuto torto, mica per l'esito infausto della sua gara. Giunto in pit lane, ha inforcato la piazzola di sosta... e per poco non si è portato via l'intero gruppo dei meccanici. Giunto allo stop la macchina non si stoppa: lo fa qualche metro dopo, viene riportata al suo posto a spinta ma inizia a far fumo. I freni sono andati: nel togliersi il casco a rivelato al mondo tutta la gioia che stava provando a far parte di un team tanto prestigioso.
- Gran Premio di Monaco: sabato in qualfica la vettura gli è implosa sotto al sedere  obbligandolo ad interrompere ogni tentativo di piazzamento prima del tempo. Grazie al solito culo ha guadagnato due posizioni ancora prima di partire... ed altre due a culate dopo la partenza eliminando tutti quelli che si trovavano tra sè ed il proprio compagno di squadra. Il problema è che lo hanno beccato... e costretto a 5 secondi di stop and go nella corsia dei box. La vettura, in ogni caso, a breve gli è implosa sotto al sedere per le stesse ragioni per cui era già implosa il giorno precedente, obbligandolo ad arrendersi, così, in mezzo alla landa desolata monegasca e a rincasare a piedi.
- In Canada il primo di una lunga serie di team radio memorabili di questa stagione meravigliosa: "io non voglio! Non voglio!" Tutto quello che è stato in grado di dire quando, macinando già chilometri di ritardo su chiunque altro in pista, dai box gli hanno anche chiesto di risparmiare carburante. Che poi forse avrebbe dovuto volerlo... visto che poco dopo è rimasto a piedi. Ancora una volta. Ben prima della bandiera a scacchi.
- Anche in occasione del Gran Premio di Austria è costretto a partire dalle retrovie: due curve dopo era parcheggiato sul guard rail con Raikkonen incastrato al di sotto. Tutto bene quel che finisce bene: Alonso riesce ad uscire saltando giù con i propri piedi, poi va ad aiutare l'altro a disincastrarsi da sotto le lamiere. Torneranno a casa a piedi... e sembra quasi di leggere in faccia ad Alonso un moto di soddisfazione per l'essere riuscito a terminare la pena che, ormai, è svolgere un gran premio a bordo di una McLaren, in così breve tempo.
- Giunti a Silverstone finalmente il primo puntino iridato... ma realmente sudato. In partenza Maldonado e Grosjean, anche loro nelle retrovie, si picchiano tra di loro: Grosjean si schianta contro Alonso che a sua volta si schianta contro Button. Tutti a casa con le ossa rotte... Tranne Alonso che, nonostante quella sbeccatura sul muso e l'inarrestabile incompetenza dei box McLaren (trovatisi in difficoltà anche nel cambiare musetto, dopo la perla del sabato, quando pare che in qualifica abbiano montato proprio su Alonso un set di gomme di Button e... se non fosse che comunque sono delle pippe e da tutta questa sistuazione non ci hanno guadagnato un accidenti, li avrebbero sbattuti in fondo allo schieramento un'altra volta) è riuscito pure a concludere la gara a punti. Anzi, a punto. 
- In Ungheria le cose non sembravano essere partite benissimo. In qualifica è rimasto a piedi, tanto per cambiare: si è ritrovato a spingersi la vettura sino ai box. Solo una volta arrivato sin lì gli hanno detto che comunque in pista non ci sarebbe potuto tornare. Poi però in gara è finito quintolo, faccenda che avrebbe dell'esilarante se non fosse che di questi tempi si è rivelato essere tipo manna dal cielo.
- Belgio: partito con 105 posizioni di arretramento in griglia, chissà per quale motivo ha creduto di potercela fare... ma non sfiorerà la zona punti neanche per sbaglio. Interessante il commento post-gara in cui elenca le cose positive della giornata: la migliore partenza dal 2004 e la sua miglior gara a SPA. Unità di misura di riferimento non pervenuta.
- A Monza comunque le cose gli vanno quasi peggio del solito: nella terra in cui era ormai abituato ad essere venerato per il solo fatto di esistere, oggi ormai snobbato in favore di Vettel, si è ritrovato impossibilitato a regger testa all'unica vettura con cui ormai gli è concesso competere: quella del suo compagno di squadra. Difficile avere a che fare con qualcun'altro quando ormai anche le Manor sono solite partire piazzate meglio in griglia.  Gara decisamente anonima: sempre rimasto a due - tre posizioni di distanza da Button e che, nel momento in cui ci si è avvicinato, è stato costretto a ritirarsi a pochi giri dalla fine... senza che nessuno se ne sia accorto! Senza una telecamera che lo inquadrasse, senza una Stella Bruno pronta e scattante al suo capezzale per raccogliere le dichiarazioni a caldo. 
- Singapore: Al sabato aveva tentato di fare lo sborone: aveva promesso di entrare in zona punti alla prima curva e di rimanerci sino alla fine. Alla prima curva è rimasto in 11esima posizione, la bandiera a scacchi non l'ha proprio vista.
- Una volta atterrati in Giappone, ci si deve essere resi conto che, in effetti, era un po' che non si parlava troppo di Alonso... ci ha pensato quindi papà Briatore ad iniziare a mettere il dubbio la sua presenza per il 2016 all'interno dei box McLaren, certo che il pupillo, a questo punto dei giochi, si sia rotto le scatole di dover tener testa a questa situazione. Lui nega tutto, quindi vuol dire che è vero. O quantomeno possibile. Nel bel mezzo di una gara tanto disgraziata per cui si ritrova sorpassato in men che non si dica pure da Sainz e da Verstappen, in team radio sbotta che questa vettura è imbarazzante, sembra di stare in GP2. La regia internazionale è magnanima: non lo manda in onda, qualcuno da lassù tenta di salvargli la faccia. A noi lo riporta giusto Ettore Giovanelli, ma si sa che neassuno ascolta mai parlare Ettore Giovannelli. Alonso, non si sa come faccia a saperlo, ma non ci sta! A pochi giri di distanza riparte con la stessa solfa di qualche minuto prima: motore da GP2! GP2! GP2! Aahhhh! Che poi chissà cosa ne sa lui della GP2 che non c'è mai stato.
- Nel successivo Gran Premio di Russia riesce ad inemicarsi anche il Team Manor: gli potreste mettere anche il motore di un aereo che sarebbero sempre al punto in cui sono ora. Puntuale è arrivata la replica del team: ne parleremo il prossimo anno, quando saremo vicini di box! In ogni caso in Russia aveva dalla sua parte un paio di circostanze positive: il 250esimo Gp in carriera, occasione ghiotta per chi intende parlare e far parlare di sé. Seconda circostanza è sicuramente il rinvigorito più grande gossippone dell'anno, quello che lo vorrebbe voler fare armi e bagagli dalla McLaren per traslare altrove, dove non si sa, ma altrove. Tutto questo si accompagnavano ad una certezza: le vetture avrebbero stupito tutti. Poi invece in qualifica non ha superato la Q1, con 35 posizioni di arretramento in griglia grazie alle solite penalità, ecco fatto che la partenza dall'ultima fila rendeva l'intera situazione non molto diversa da quella che si è vista fino a questo momento del campionato. Dopo una gara in salita, varcata la zona punti per merito altrui, almeno una piccola soddisfazione pareva essere raggiunta: un misero, modesto ma tanto raro punticino. Invece no: altra penalizzazione giunta post-gara. Declassato in 11° piazza, senza punti e senza onore. Si aggiunga alla lista delle citazioni da Team-radio che vorrebbero entrare negli annali della Formula 1: "Fernando, we are racing Massa until the end","Ha - I love your sense of humour..." .
- Segue a strettissimo giro il Gran Premio degli Stati Uniti, la gara più anomala di tutte, dalla quale sarebbe anche stato possibile raccogliere qualcosa di buono, se non fosse che, anche in questa occasione, il motore gli va in pappa e scivola inesorabilmente dal bel mezzo della zona punti alla più infima delle posizioni senza gloria.
- Il Gran Premio del Messico è stato inaugurato in grande stile: mille posizioni di arretramento griglia per la sostituzione di una power unit, andata in fumo molto prima della fine della gara.
- in Brasile si è arrivati al punto di autorassegnazione all'idea di non essere più dei piloti ma dei meme, pronti \ confezionati e messi a disposizione del proprio prossimo on the world wide web: durante le prove libere la sua vettura ha iniziato a prender fuoco, abbandonandolo a bordo pista. In qualifica, neanche il tempo di scendere in pista viene intimato minacciosamente: Fermati immediatamente! Il buon Fernando, dopo aver abbandonato la vettura tra le mani dei commissari, si ferma a gozzovigliare un po' per i prati. Trova una sedia, si accomoda per seguire le qualifiche da una prospettiva privilegiata. Nella pausa tra Q1 e Q2 si allunga e prende il sole. Poi finalmente qualcuno lo va a prendere e lo riporta a casa per le operazioni di rito: a quel punto che deve aver incontrato Button, fresco fresco di una 17esima piazza di tutto rispetto, parte il momento goliardia: trovano la strada aperta per il podio, salgono su e si fanno scattare una foto sul gradino più alto. Il mondo in quel momento è unanime: Who cares about Q2! 
-  Dulcis in fundo: Abu Dhabi, che si sa essere una delle sue terre preferite. Alla prima curva della gara, prende di mira Maldonado nella speranza di finire in sala stampa prima del previsto ed anticipare il volo per il rientro a casa? Eppure no: bel fuori pista, mezzo musetto da sostituire, tremilioni di secondi di ritardo accumulato, ma tornato in pista. A metà gara, quando anche far finta di duellare con le Manor ha assunto il gusto di un gioco già visto e rivisto, Alonso ha chiamato a casa i suoi tecnici per chiedere di ritirarsi. Ha finto un problema alla vettura, che si è puntualmente presentato in ognuna delle 19 gare che hanno preceduto questa... tranne che in questa occasione. Gli ingegneri non ci hanno creduto e lo hanno lasciato in pista a finire la gara nella desolazione più totale. Unica valvola di sfogo il povero Stevens, che, ad un anno di distanza, è tornato ad essere oggetto dei rimproveri di Alonso. Team Radio del giorno: "Who was in front of me in the last three corners?" "Stevens ad Grosjean" "Idiots!"
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Team già premiati:
- per l'anno 2014 - Ferrari. Una scuderia allo sbaraglio.
- per l'anno 2013 - McLaren ... sull'orlo di una crisi di nervi.
Piloti già premiati:
- per l'anno 2014 - Sebastian Vettel ... dalle stelle alle stalle in nove mesi netti.
- per l'anno 2013 - Mark Webber... con tutti gli acciacchi di salute suoi e della vettura.
- sempre per l'anno 2012 - Michael Schumacher - premio alla carriera 
- per l'anno 2012 - Romain Grosjean 
- per l'anno 2011 - Lewis Hamilton

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