domenica 28 febbraio 2016

Test inFernali - Day 3\4 - teams & drivers

A Barcellona continua a splendere il sole e tutti i piloti ormai hanno avuto modo di scendere in pista. Qualcuno più qualcuno meno, ma questo è un altro discorso. Da una prima analisi superficiale della situazione mi pare d’aver appurato che tutti team quest’anno abbiano mandato in campo i propri giocatori sulla base di uno schieramento piuttosto affermato e tradizionale: uno guida, l’altro fa le foto. Proprio per questo motivo io lascerei l’analisi della situazione Mercedes per ultima, perchè come al solito ha quel qualcosa in più da dover essere preso in considerazione.
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Alla guida delle Manor abbiamo Rio Haryanto e l’ormai già ben noto amico Vernel, tra i quali mi pare che non si possa indugiare molto nell’idecisione tra chi sarà a guidare e chi farà foto. Di loro è già stato detto abbastanza nel post precedenza, in aggiunta ci sarebbe solo da suggerire a Vernel di non prendersela troppo se lo chiamo come un ammorbidente. Facendo ben mente locale, negli anfratti della mia testa bacata, dev essere pure un complimento. Prima di tutto perchè significa che in qualche modo mi sto impegnando a ricordarmi di te (pace all’anima sua per “quello indonesiano” che, se senza la funzione copia-incolla non avrebbe neanche il TAG in calce al post). In secondo luogo ricorderei che anche Jenson Button, più di 10 anni fa, era partito come “quello col nome da shampoo. Ed è finito con un titolo mondiale.
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Nell’attuale Renault, ex Lotus, già ex Renault, giusto per distinguerla dall’altra Lotus, quella verde, che invece diventò Caterham, le cose sono andate così. Quando Grosjean ha visto che non c’era più il becco d’un quattrino in cassa decise di abbandonare la nave finchè era in tempo. Ovviamente il fatto che Raikkonen fece la stessa cosa due anni prima per le stesse ragioni non gli aveva fatto sospettare niente. Perchè lui alle cose arriva in fretta. Il problema è che poi la Lotus-ora-Renault i soldi li trovò… mica per niente ora si chiama Renault e mica più lotus. Fu molto divertente vedere l’espressione di Grosjean quando ha scoperto che non aveva mica firmato il contratto con la Haas con l’inchiostro simpatico. Venne quindi il tempo di Palmer (dal nome impronunciabile) e del gran ritorno inaspettato di Magnussen, di cui ho già largamente parlato al post precedente e di cui, devo ammetterlo, sono stata l’unica a suo tempo a ricordarmi di lui. Vedi: qui ci stiamo dimenticando di Magnussen. Un momento di alta prosa e alto giornalismo d’inchiesta.
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In Haas, dopo lunghe ricerche, hanno puntato di Gutierrez e Grosjean. Anche in questo caso non è difficile individuare chi sia quello che guida… e per fortuna che nel frattempo ha imparato a farlo. D’altro canto non mi pare già una novità: già ai tempi in cui la Renault era ancora Renault e non era diventata Lotus, Alonso bazzicava ancora nella sua area e PiquetJr bazzicava contro un muro nella speranza che Alonso volesse bazzicare da quelle parti ancora per un po’, me lo ero già ben auspicato che i piloti, entrambi, volessero rilasciare interviste solo e soltanto se muniti di caschi integrali.
Piccole curiosità a casaccio (Mazzoni, prendi nota): il termine haas  in olandese significa lepre, tuttavia il nome della squadra non ha nulla a che fare con alcuna lontanissima evocazione con il velocissimo animale, avendo lo stesso origine statunitense e derivando direttamente dal nome del fondatore Gene Haas.
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In Sauber due riconferme: Ericsson e Nasr. Il solo fatto che siano due soggetti tanto insignificanti perchè io non mi ricordi di loro e non abbia nulla di interessante da dire in proposito la dice lunga sulla lunghezza di questo paragrafo. In ogni caso, si segnala che Ericsson è l’unico dello schieramento dello scorso anno ad essere riuscito a fine anno a portare a casa meno punti di Alonso. Le ex Manor sono fuori dalla classifica per ovvie ragioni. Visto il rendimento delle McLaren dello scorso anno, incomincio a sospettare che questo ce lo porteremo dietro ancora per molti anni, tipo Maldonado, senza ragione alcuna. Anzi, una ragione c’è, quella che dall’origine dei tempi fa girare il mondo. Anzi, rileggendo questa frase mi rendo conto che suona male: se se uomo e non riesci a pensare ad altro che ad una delle cose che, dall’origine dei tempi fa girare il mondo, non intendo quella, l’altra. Su che ci puoi arrivare anche te.
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A bordo delle due McLaren il team più anagraficamente esperto dello schieramento. Ovviamente si parla di Jenson Button e Fernando Alonso. Anche se, per amore di cronaca, bisogna specificare che Raikkonen è ancora più “esperto” di loro. Solo che Button è da più tempo in Formula 1. Roba che quando lui ha iniziato a correre Verstappen non era ancora nato. Non dico altro. Dopo le grame figure dello scorso anno, per questo 2016 è necessario un po’ di sano riscatto. O qua si fanno delle gran figure di merda. Se posso permettermi, con il mio consueto occhio tecnico e giudizio analitico, devo rilevare il primo epic fail della stagione: le divise del team. Una allegra gradazione bianco \ nera ripetuta per tutto il busto delle t-shirt d’ordinanza che, con un gran gioco di effetti ottici, creano una bella panza da bevitore di birra anche a quelli che non la hanno. Una panza da bevitore di birra integrata. Se gli sono riuscite così bene le T-shirt non voglio vedere la vettura. Prima ancora di vedere la vettura, come ormai siamo ben abituati da tempo, è necessario passare in rassegna il bisogno di attenzioni di Alonso: perchè anche quando non ci sarebbe da parlare di lui, fa in modo che si parli di lui. Sempre. La perla del momento è la seguente: non si sa se rimarrà in squadra per tutta la stagione. Dopo questi test inFernali prenderà la sua decisione. Quindi ora, secondo lui, dovremmo rimanere tutti qua ad attendere con trepidazione la sua decisione, se vorrà farci l’onore di restare con noi ancora per un po’ o se prederà la porta prima di finire la stagione come l’anno scorso. Dopo essersi negato per tutto l’inverno, aver chiuso i battenti dei social networks ed essere riapparso come la Madonna addolorata, circondato da una luce bianca, al momento della presentazione della vettura, ora si diverte a fare la prima donna, ruolo che l'anno scorso chiaramente gli fu negato dalle circostanze. A mio insindacabile giudizio non mi sembra che quest'anno ci sia molto di cui potersi lamentare (di già). Per dire: sono iniziati i test e la vettura è partita. Sia nei giorni di competenza di Jenson che in quelli di Fernando. L'anno scorso, si ricorderà, in quattro giorni non andarono oltre la manciata di giri complessivamente. Quest'anno già dal primo ne hanno portati a casa più dell'intera stagione invernale scorsa. Fernando non ha ancora visto la luce sulla via di Damasco... ed anche le foto di presentazione mi risultano molto più politicamente corrette. Tutti quelli meglio dotati di memoria ricorderanno benissimo come anche la prospettiva con la quale erano stati affiancati i piloti non giocava particolarmente a favore dello spagnolo che, appariva ancora più basso di quanto non sarebbe apparso messo fianco a fianco. Quest'anno quantomeno hanno invertito l'ordine dei piloti... e anche se il risultato non cambia più di tanto la prospettiva gioca a favore di Alonso. Che resta alto due spanne in meno, ma non possiamo fargliene una colpa. Giusto perchè tutto stava andando troppo bene, al quarto giorno la vettura (guidata da Fernando) non è riuscita a scendere in pista e compiere più di tre giri, ma sono piuttosto certa del fatto che, pur di avere una scusa per lamentarsi ancora un po', abbia volontariamente sputato nel serbatoio prima di salire in macchina.
To be continued...

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